24 Agosto 2022

Per un pugno di euro, come distruggere un sito web a causa di Advertising invasive che peggiorano i Core Web Vitals.

Con l’avvento dei Google Core Web Vitals non possiamo più permetterci pubblicità invasive che ci rovinano l’esperienza utente e fanno crollare il nostro sito web.

Prima o poi sarebbe successo, prima o poi ci saremmo dovuti addentrare in un argomento spinoso che fino ad oggi era stato trattato in modo neutrale, ovvero non trattato, ovvero il mondo delle Advertising pubblicitarie.

Siamo stati sempre neutrali, super partes, non consigliando né sconsigliando brand di alcun tipo se non esplicitamente richiesto da parte del cliente che normalmente arriva già ben strutturato con uno o più circuiti di advertising sul suo sito, a volte alternative a Google AdSense.

Tuttavia, non possiamo esimerci nel descrivere un fenomeno che da gennaio 2022 ormai, sembra essere più frequente, ovvero alcuni circuiti pubblicitari in alcune determinate condizioni possono compromettere in maniera importante il ranking, il traffico e la monetizzazione di un blog o una testata online che monetizza tramite circuiti di advertising.

Questo purtroppo ci ha messo nelle condizioni di meri spettatori a disastri annunciati, in cui l’interesse della concessionaria pubblicitaria sembrava essere non quella di mantenere vivo e performante un cliente che avesse ospitato i loro banner sul lungo termine, ma una sorta di cavia, un esperimento, un limone da spremere da massacrare con advertising molto pesanti che trasformassero un sito velocissimo o quantomeno accettabile in un’esperienza utente a dir poco terribile, non solo agli occhi del visitatore, ma agli occhi del metro di giudizio di Google.

Circuiti di Advertising alternativi ad AdSense.

Come ben sappiamo Google AdSense è la scelta leader per tutti coloro che hanno interesse a monetizzare le visite del proprio sito web, blog o testata giornalistica. In modo molto semplice si inseriscono dei codici pubblicitari che consentiranno a Google di mostrare annunci pubblicitari di pertinenza ai suoi visitatori, utilizzando tecniche di profilazione e remarketing.

A volte, può capitare che un proprietario di un blog, o un editore più in generale, possa non essere soddisfatto delle revenue pubblicitarie di AdSense ed affidarsi ad altri circuiti.

In altri casi invece, pur pienamente soddisfatto delle revenue, può essere incentivato da offerte più remunerative ed appetibili di alcune concessionarie pubblicitarie che garantiscono una migliore remunerazione per RPM ogni 1000 impression.

Va detto che i prezzi oscillano in modo anche significativo in base al numero di pageviews, il click Through rate (CTR), la tipologia e la tematica del sito (un sito generico o di gossip avrà una remunerazione molto inferiore rispetto a siti di tecnologia o finanza ad esempio)

A prescindere dalle revenue e dal settore, comunque questo è un dato di fatto, molti editori cercano alternative ad AdSense e finiscono per ospitare sul loro sito circuiti differenti che compromettono in maniera significativa l’esperienza utente, la velocità di caricamento ed il peso complessivo della pagina.

Core Web Vitals e circuiti di Advertising ADS.

Come abbiamo precedentemente specificato in questo articolo sui Core Web Vitals ed i dati CRUX, Google inizia a valorizzare, premiare o penalizzare quello che risulta dall’esperienza utente sul campo, con i dati reali dell’esperienza utente e non quella dei test di laboratorio.

Un sito che ha buone performance tende a non essere penalizzato o addirittura essere premiato in termini di traffico, ranking e visibilità sulla SERP.

Molti circuiti di advertising alternativi ad AdSense sono molto invasivi, andando a caricare banner in modo non sempre corretto e creando quel famoso e fastidioso fenomeno di spaginamento che trova meglio definizione come CLS ovvero Cumulutive Layout Shift.

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Cumulative Layout Shift (o CLS) è una misura di quanto una pagina web cambia inaspettatamente durante la sua visita. Ad esempio, se un visitatore di un sito Web carica una pagina e, mentre la sta leggendo, viene caricato un banner e la pagina salta in basso, ciò costituirebbe un punteggio CLS elevato.

Insieme a Largest Contentful Paint (la quantità di tempo necessaria per caricare il contenuto più grande) e First Input Delay (il tempo impiegato da una pagina per essere interattiva o “cliccabile”), CLS fa parte dei Core Web Vitals di Google. I web crawler di Google misurano i CLS su ogni pagina che indicizzano.

Cosa causa lo spostamento cumulativo del layout?

Gli spostamenti di pagina si verificano quando il contenuto viene caricato a velocità diverse e fa cambiare il layout e altera ciò che lo spettatore sta guardando. Annunci che si caricano lentamente, video di dimensioni sconosciute che appaiono all’improvviso o elementi DOM aggiunti dinamicamente sono tutte potenziali cause di CLS.

L’esempio seguente mostra cosa succede quando un banner pubblicitario viene caricato dopo il caricamento del resto della pagina web. Il contenuto viene spinto verso il basso e l’esperienza dell’utente viene influenzata negativamente.

CLS esempio animato

Cali di traffico, cali di visite ed innalzamento del valore CLS

Quando si decide di cambiare un fornitore di Advertising o un circuito pubblicitario, bisogna sempre controllare e valutare nel mese seguente, quali siano gli impatti che tale cambiamento ha avuto sul tuo blog o testata online. Sebbene possa sembrare allettante avere una revenue che paga il doppio per lo stesso numero di impressioni, bisogna ragionare a lungo termine tenendo conto che l’implementazione e l’adozione di un circuito che mal si adatta al proprio sito può si pagar il doppio o anche il triplo rispetto ad Adsense, ma nel corso di 3 o 4 mesi potrebbe ridurre a zero il traffico del vostro sito per penalizzazioni a livello di user experience, oggi sempre più frequenti con l’intento di Google di fornire un’esperienza utente gradevole e veloce ai suoi utenti.

Il doppio o il triplo di zero insomma è zero, ed è forse meglio essere pagati 1 euro ogni mille impressioni per un sito che fa un milione di pagine viste al mese, che 2 euro per un sito che fa 200 mila pagine viste il mese, con un crollo dell’80% per colpa di un punteggio CLS assolutamente inadeguato.

La colpa è del circuito di Advertising o di altri?

Messa in questi termini verrebbe dunque da pensare che il problema sia il circuito di Advertising troppo pesante ed ingombrante. Tuttavia, un’analisi differenziale su migliaia di clienti nel corso del 2022 ci ha messo in condizione di affermare che il circuito di Advertising non è mai un fattore determinante nel peggioramento del traffico o nel determinare una penalizzazione, bensì potrebbe essere però un fattore scatenante.

A prescindere dai circuiti di Advertising che pretendono di caricare video adv pesanti decine di mega, che non è mai buona cosa a livello prettamente teorico, è anche vero che quello che emerge in modo inopinabile è che un circuito ADV che carica i suoi banner in un tema che tende a “spaginare” con un aumento spropositato e negativo del Cumulative Layout Shift, può determinare una spirale e una successione di eventi in cui settimana dopo settimana si vede meno traffico sul sito e penalizzazioni in Google News o Google Discovery fino ad assistere alla morte completa del sito per ciò che concerne traffico e monetizzazione del pochissimo traffico rimasto, non sufficiente a continuare e sostenere l’avventura editoriale.

Quasi sempre non è mai colpa del circuito di Advertising in sé ma bensì di situazioni specifiche in cui un tema WordPress, ad esempio, tende a spaginare con un determinato circuito, piuttosto che un altro piuttosto che AdSense.

Se interpellate il circuito di Advertising, attribuendo loro la colpa, saranno pronti a motivare con altre migliaia di casi in cui questo problema che affligge il vostro sito, non succede sugli altri e dunque non è a loro imputabile, avendo di fatto piena ragione almeno formale.

Da un punto di vista prettamente sostanziale invece sarebbe stato più corretto comunicare che quel circuito, su quel tema, genera dei problemi non banali che nel lungo termine decreteranno la morte del sito.

Accortezze nel cambio di circuiti ADS alternativi ad AdSense.

Come ci insegna un caposaldo nella ricerca operativa, bisogna sempre cercare di massimizzare i profitti ed anche minimizzare i costi, a volte ci si trova ad essere l’ago della bilancia e dover prendere delle scelte ponderate teoricamente ma mai certe.

A tal proposito il nostro spassionato consiglio, nel tentativo di tutelarvi e mettervi in guardia da brutte esperienze che abbiamo visto su nostri clienti, è quello di valutare e ponderare scrupolosamente il rischio ed i benefici.

Accertatevi sempre dell’invasività delle advertise del circuito alternativo ad AdSense, del loro peso, delle risorse di terze parti che necessita caricare, e misurate sempre la velocità del sito tramite Google PageSpeed Insight e i valori CRUX inerenti all’esperienza utente mobile su dispositivi mobile direttamente nella Google Search Console.

Qualora osserviate un peggioramento significativo dell’esperienza utente e troviate un brusco calo di traffico e posizionamento, abbiate cura di rivedere il tema e l’integrazione del circuito di advertising affinché il problema del Cumulative Layout Shift venga risolto o comunque sia il più basso possibile.

Va ricordato che sebbene ci stiamo focalizzando un po’ troppo sul parametro CLS inerentemente l’advertising, è anche vero che non è solo questo il parametro Core Web Vitals che potrebbe peggiorare in maniera drastica con il cambio del circuito di Advertising.

Offri una migliore esperienza utente con l’ottimizzazione CLS

Prestare attenzione a CLS non solo fornisce una migliore esperienza utente, ma aumenta anche il posizionamento dei risultati di ricerca. È una vittoria per tutti.

Cumulative Layout Shift non superato

Per soddisfare gli standard di Google per CLS, inizia utilizzando uno strumento diagnostico per misurare le prestazioni attuali del tuo sito web. Prendi in considerazione le linee guida di base descritte sopra e tieni in primo piano i cambiamenti di layout durante la progettazione del tuo sito Web, in particolare per quanto riguarda le transizioni e le aggiunte di contenuti.

Con queste poche semplici considerazioni, vedrai risultati migliori su tutta la linea.

Cosa fare se il sito ha cali traffico improvvisi?

La regola base è quello di tenere sempre traccia di ogni variazione, modifica, aggiornamento, cambio che abbiamo fatto al nostro sito e monitorare sia con gli strumenti di Google Search Console che Google Analytics quelli che sono le variazioni positive o negative che stiamo subendo, cercando di correlarle a degli eventi interni od esterni che siano.

Anche strumenti di terze parti come SeoZoom o SemRush possono essere molto utili per analizzare e comprendere gli eventi.

Un evento interno potrebbe essere ad esempio, l’utilizzo di formati non ottimizzati o il cambio di hosting presso un altro fornitore sprovveduto come abbiamo visto in questo caso, un evento esterno invece potrebbe essere costituito da un Google Core Update che cambia le regole del gioco per tutti e a cui dovrete uniformarvi e adattarvi per poter continuare a giocare.

Un consulto anche esterno con un SEO potrà darvi sicuramente manforte laddove abbiate difficoltà ad individuarne la causa, e tuttavia il problema della velocità del sito e dell’esperienza utente è un problema che può essere risolto decidendo per un breve periodo di un mese di NON inserire pubblicità nel sito. Ne quella di Google AdSense, né quella di circuiti alternativi.

Comprendiamo come possa essere difficile da accettare psicologicamente ed emotivamente la scelta di non monetizzare le visualizzazioni pagina, ma questo esperimento va inserito all’interno di un piano più ampio che potremmo intitolare “La cura”.

Un approccio estremamente tecnico e professionale si concretizza laddove il professionista scevro di ogni coinvolgimento emotivo, approccia alla risoluzione del problema misurando per poi decidere, consapevole del male immediato da sostenere per conseguire un bene più grande.

Affrontare dunque un’analisi differenziale e comprendere se sia effettivamente il circuito di advertising appena adottato ad aver decretato il nostro fallimento imminente e comprendere come mitigare o meglio risolvere il problema intervenendo magari sul tema o optando ad una totale e completa sostituzione dello stesso.

Nei casi in cui non vogliate risolvere la problematica, sostituendo il tema ed intervenendo a livello applicativo, potete provare a tornare all’utilizzo di Google AdSense che rimarrebbe sicuramente la scelta più safe tra quelle disponibili.

Conclusioni

Abbiamo visto come oggi alle soglie del 2023 non ci possiamo più permettere il lusso di non rispettare gli insegnamenti che Google divulga ed a cui si aspetta che ci adattiamo. Come insegna Darwin, Non è la più forte delle specie che sopravvive, né la più intelligente, ma quella che si adatta meglio al cambiamento, e questo concetto è valido più che mai per garantirsi una presenza online nel rispetto delle direttive delineate da Google, buon ma severo insegnante.

A livello prettamente psicologico bisogna avere quella forza e consapevolezza nel comprendere le cause ed effetto nonché i rischi di apportare dei cambiamenti al proprio sito, come ad esempio la sostituzione di un circuito pubblicitario o di adverting con uno che promette e si impegna di pagare di più a scapito del vostro traffico che potrebbe (il condizionare è d’obbligo) scendere.

Per correttezza e completezza di informazione è bene evidenziare come questo articolo non voglia in alcun modo essere un divieto o sconsigliare l’utilizzo di circuiti alternativi ad AdSense ma avere la funzione di monito ed invitare l’utente a valutare i cambiamenti in essere e la bontà degli stessi sul suo business, in un’ottica a lungo termine.

Un circuito di advertising può risollevare le sorti e le finanze di un blog, o affossarlo fino al suo fallimento.

 

 

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