Oggi l’Europa si trova al centro di una tempesta energetica internazionale guidata dalle turbolenze nei mercati del gas naturale. Comprendere le cause di questa crisi – che sta avendo gravi ripercussioni su governi, imprese e famiglie – e trarne le giuste lezioni è essenziale per la transizione verso forniture energetiche più sostenibili, sicure e convenienti in futuro.
Nelle ultime settimane e mesi, i prezzi del gas naturale e dell’elettricità hanno raggiunto livelli record, in particolare in Europa e in alcuni dei principali mercati asiatici, causando impatti economici potenzialmente significativi. Questi includono molteplici effetti negativi sulle società elettriche, su altre imprese e sui settori industriali e sui consumatori, che in alcuni casi si traducono in interventi governativi per limitare i danni. È probabile che questi effetti abbiano un impatto duraturo al di là delle tensioni di mercato che stiamo assistendo questo inverno nell’emisfero settentrionale. Gli aumenti dei prezzi dell’energia hanno anche contribuito a una più ampia inflazione dei prezzi che sta colpendo molte economie in tutto il mondo.
E’ ovvio che a risentirne in modo molto importante sono i datacenter che forniscono servizi di Hosting, Cloud e Server dedicati che fanno un uso davvero massivo dell’energia elettrica, forse più di qualunque altra attività imprenditoriale.
Nel nostro caso specifico ad esempio, il costo operativo per tenere allacciata una macchina (server) alla rete elettrica è passato da 15€ / mese a ben 35€ / mese con un costo praticamente raddoppiato nonostante ci si fornisca da grossisti con prezzi calcolati su grandi volumi.
Questo si traduce inevitabilmente o ad un mancato guadagno da parte nostra qualora non avessimo intenzione di aumentare i costi al cliente finale, o ad una maggiorazione di circa 20 euro ad istanza / server causa rincari dell’energia elettrica alla fonte.
Oltretutto non è nemmeno chiaro quale possa essere il limite del rincaro a cui noi europei stiamo assistendo, ne quanto possa essere incisiva la crisi geopolitica tra Russia e Ucraina che giocoforza hanno un diretto “peso specifico” sulle motivazioni dell’innalzamento dei prezzi per l’energia.
Ad oggi e fino ad Aprile 2022 abbiamo deciso di “assorbire” le perdite, senza rincarare costi dei servizi o maggiorazione ai clienti finali, tuttavia non è escludibile a priori, qualora i costi inizino ad aumentare in modo significativo non più in grado di compensare i passivi con gli attivi, che non si rivedranno i costi listino sia per i nuovi che per i vecchi clienti, consapevoli che è dal 2018 che non subiscono nessuna maggiorazione e che questo momento storico rende il tutto più difficile e poco prevedibile.