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La velocità di caricamento di una pagina web è un fattore cruciale sia per l’esperienza utente sia per il posizionamento sui motori di ricerca. Uno dei parametri fondamentali per determinare questa velocità è il TTFB (Time to First Byte), che misura il tempo necessario affinché il browser riceva il primo byte di dati dal server. Molto spesso, quando eseguiamo un Google Pagespeed Insight, tra i consigli di Google viene evidenziato proprio “Riduci la risposta iniziale del server”. Ridurre il TTFB può portare a significativi miglioramenti nelle prestazioni complessive del sito.
Qualora vi stiate chiedendo quale possa essere un valore del tempo di risposta iniziale del server ottimale, la risposta più corretta è “il minore possibile”. Bisogna sempre ricordare infatti che la presenza online in realtà non è solo presenza ma competizione. Nel Web, soprattutto a livello professionale, “l’importante è partecipare” non ha alcun senso, quello che conta è vincere. Con tale presa di coscienza dunque dovrete sempre fare i conti con la concorrenza che può essere veramente spietata, e pensare che quello che non farete voi lo farà sicuramente qualcun altro (rubandovi importanti posizioni sulla SERP ovvero la classifica di Google).
Tutto ciò premesso, a voler essere pragmatici e non teorici, diciamo che un TTFB reale ottimale potrebbe corrispondere ad un valore tra i 20 millisecondi ed i 50 millisecondi, un TTFB molto buono, tra i 50 ed i 100 millisecondi, ed un TTFB dignitoso, tra i 100 e i 200 millisecondi.
Tutto ciò che supera i 200 millisecondi è per definizione insufficiente superando la soglia massima consigliata da Google che fa scattare l’avviso “Riduci la risposta iniziale del server”.
Lo dice Google e lo dice esplicitamente anche nella documentazione ufficiale di cui riportiamo lo screenshot seguente.
Cos’è il TTFB
Il TTFB rappresenta il tempo che intercorre tra la richiesta iniziale del browser al server e la ricezione del primo byte di risposta. Questo tempo è influenzato da vari fattori, tra cui la risoluzione DNS, la latenza della rete, le prestazioni del server e l’ottimizzazione del codice.
Il processo di risoluzione DNS comporta la traduzione del nome di dominio in un indirizzo IP. Un servizio DNS performante riduce i tempi di risoluzione. La latenza della rete, ossia il tempo necessario per il trasferimento dei dati tra il client e il server, dipende dalla distanza fisica e dalla qualità della connessione. Utilizzare server vicini agli utenti finali e ottimizzare i percorsi di rete aiuta a ridurre la latenza. Le prestazioni del server sono influenzate da vari aspetti hardware e software: un hardware potente (processori, RAM e dischi SSD veloci) e una configurazione server ottimale (Nginx, configurazioni Apache efficienti) migliorano i tempi di risposta. Anche il software di backend, come database configurati e ottimizzati, incide sulle prestazioni. L’ottimizzazione del codice, infine, comprende tecniche come la minimizzazione dei file HTML, CSS e JavaScript, la concatenazione dei file per ridurre le richieste HTTP, l’uso del caching per memorizzare versioni statiche delle pagine e l’ottimizzazione delle query SQL per migliorare le performance del database.
Del TTFB (Time To First Byte) ne abbiamo parlato in modo approfondito in questo link.
Importanza del TTFB
Il TTFB è un indicatore importante della salute del server e delle performance del sito. Anche se non è l’unico fattore determinante per il posizionamento sui motori di ricerca, influisce significativamente sull’esperienza utente e, quindi, sui tassi di abbandono e di conversione.
Come misurare il TTFB
Esistono vari strumenti per misurare il TTFB, tra cui:
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- Google Chrome Developer Tools: Nella sezione “Network” è possibile visualizzare il TTFB.
- Pingdom: Offre un’analisi dettagliata delle performance del sito.
- GTMetrix: Fornisce un report completo sulle velocità di caricamento e suggerimenti per migliorarle.
- WebPageTest: Permette di eseguire test da diverse località geografiche per una visione più completa delle prestazioni.
- SpeedVitals: Strumento che misura il TTFB e altre metriche di velocità della pagina.
- UpTrends CDN Performance Check: Analizza le performance della tua CDN, inclusi i tempi di risposta iniziale del server.
Fattori che influenzano il TTFB
Il TTFB è influenzato da tre componenti principali:
- Tempo di connessione: Include il tempo di risoluzione DNS e la latenza della rete.
- Tempo di risposta del server: Dipende dall’ottimizzazione del codice, dalla presenza di meccanismi di caching e dalle performance hardware del server.
- Tempo di trasmissione: Riguarda la velocità della connessione di rete tra il server e il client.
Strategie per ridurre il TTFB
1. Miglioramento delle prestazioni hardware
Le componenti hardware del server, come dischi e memoria, giocano un ruolo cruciale nella velocità di risposta. Ad esempio, i dischi SSD offrono tempi di accesso ai dati molto più rapidi rispetto ai dischi rigidi tradizionali, riducendo significativamente i tempi di caricamento. Aumentare la quantità di RAM disponibile può aiutare a gestire meglio le richieste simultanee, evitando rallentamenti causati da swap di memoria. Anche l’aggiornamento del processore a modelli più recenti e veloci può migliorare notevolmente le prestazioni, permettendo al server di elaborare le richieste più rapidamente e in modo più efficiente. In sintesi, un aggiornamento hardware ben pianificato può portare a significativi miglioramenti nelle prestazioni complessive del server.
2. Ottimizzazione delle configurazioni del server
Assicurarsi che il server sia configurato per rispondere rapidamente alle richieste è fondamentale. Questo include l’uso di server web ottimizzati come Nginx o Apache con moduli appropriati e configurazioni ben impostate. Per esempio, Nginx è noto per la sua capacità di gestire molte connessioni simultanee con un utilizzo di risorse relativamente basso, mentre Apache, se configurato correttamente, può essere altrettanto efficace. Inoltre, è importante abilitare e configurare moduli di compressione come gzip, brotli o zstd (zstandard) per ridurre la dimensione delle risposte HTTP, e utilizzare il protocollo HTTP/2 per migliorare la velocità di trasferimento dei dati. La configurazione del server deve anche includere l’ottimizzazione delle impostazioni di timeout e di gestione delle connessioni per garantire che le risorse siano utilizzate in modo efficiente.
3. Ottimizzazione del database
Un database ben configurato e ottimizzato può ridurre notevolmente i tempi di risposta. Ciò include l’uso di indici per velocizzare le query, la normalizzazione dei dati per ridurre la ridondanza e la manutenzione regolare del database per rimuovere dati obsoleti e riorganizzare le tabelle. Le query devono essere scritte in modo efficiente per evitare operazioni complesse e costose, e l’uso di cache per le query più frequenti può ridurre ulteriormente il carico sul database. Inoltre, è importante monitorare le prestazioni del database e ottimizzare continuamente le configurazioni in base ai dati di utilizzo reali, garantendo che il database possa scalare efficacemente con l’aumento del traffico.
4. Implementazione del caching lato server
Il caching può ridurre il carico sul server e migliorare i tempi di risposta memorizzando i risultati delle richieste precedenti. Tecniche comuni includono il caching HTTP, dove le risposte vengono memorizzate temporaneamente per rispondere più rapidamente alle richieste successive, e il caching delle query del database, che evita di eseguire nuovamente query complesse per dati che non cambiano frequentemente. Utilizzare sistemi di caching come Varnish per le pagine web dinamiche o Redis/Memcached per i dati applicativi può portare a significativi miglioramenti nelle prestazioni. Inoltre, configurare correttamente i tempi di scadenza e le politiche di invalidazione del cache è essenziale per garantire che i dati rimangano aggiornati e rilevanti.
5. Utilizzo di una Content Delivery Network (CDN)
Una CDN può migliorare i tempi di risposta distribuendo i contenuti del sito su vari server in tutto il mondo, riducendo così la latenza e migliorando la velocità di consegna dei contenuti statici. Le CDN funzionano memorizzando copie dei contenuti statici (come immagini, CSS e JavaScript) su server distribuiti geograficamente. Quando un utente richiede un contenuto, la CDN serve il contenuto dal server più vicino, riducendo il tempo di caricamento. Le CDN possono anche gestire il bilanciamento del carico, proteggere da attacchi DDoS e offrire funzionalità di caching avanzate per ottimizzare ulteriormente le performance. Utilizzare una CDN come Cloudflare, Akamai o Amazon CloudFront può offrire significativi vantaggi in termini di velocità e affidabilità del sito web.
Conclusione
Ridurre il TTFB è una componente fondamentale per migliorare le prestazioni complessive del sito web. Un TTFB inferiore a 200 millisecondi è spesso raccomandato da Google, poiché un tempo di risposta rapido è un fattore di ranking importante nei motori di ricerca. Attraverso una combinazione di ottimizzazioni hardware, configurazioni server, caching e l’uso di una CDN, è possibile ottenere significativi miglioramenti. La manutenzione continua e l’ottimizzazione del codice sono inoltre cruciali per mantenere alte le prestazioni nel tempo.
Per un’azienda che ambisce ad avere una presenza online profittevole, garantire che il proprio sito web abbia un TTFB ottimale e comunque inferiore a 200ms non solo aiuta a migliorare l’esperienza utente, ma aumenta anche le possibilità di ottenere un posizionamento migliore nei risultati di ricerca di Google. Questo è particolarmente importante in un’epoca in cui la velocità e l’efficienza del sito possono fare la differenza tra mantenere un visitatore e perderlo a favore della concorrenza. Seguendo queste best practice, le aziende possono garantire un’esperienza utente più fluida, migliorare il posizionamento sui motori di ricerca e aumentare i tassi di conversione e la soddisfazione dei clienti. Monitorare regolarmente il TTFB e adottare le migliori pratiche di ottimizzazione è essenziale per mantenere le performance del sito ai massimi livelli.
Risorse aggiuntive
Per approfondimenti sulle tecniche di ottimizzazione del TTFB e migliorare le prestazioni del tuo sito web, puoi consultare i seguenti strumenti e risorse:
- Google PageSpeed Insights: Analizza le prestazioni del tuo sito web e fornisce suggerimenti per miglioramenti specifici.
- Pingdom Tools: Offre un’analisi dettagliata delle performance del sito e misurazioni del TTFB.
- GTMetrix: Fornisce un report completo sulle velocità di caricamento e suggerimenti per ottimizzazioni.
- WebPageTest: Esegue test da diverse località geografiche per una visione completa delle prestazioni.
- SpeedVitals: Misura il TTFB e altre metriche di velocità della pagina.
- UpTrends CDN Performance Check: Analizza le performance della tua CDN, inclusi i tempi di risposta iniziale del server.
Questi strumenti forniscono analisi dettagliate e suggerimenti su come migliorare ulteriormente le performance del tuo sito web.
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