27 Settembre 2024

WordPress.org ha bannato WP Engine. Ecco i motivi per cui Matt Mullenwegh ha palesemente torto.

Un’analisi legale su come WP Engine utilizza WordPress sotto licenza GPL, senza obblighi economici o di contributo verso Automattic.

Come abbiamo già accennato ieri, Matt Mullenweg, fondatore di Automattic, l’azienda che sviluppa e mantiene progetti come WordPress, WooCommerce, Jetpack e altri software open source, ha preso una posizione forte contro WP Engine, una società specializzata in hosting performante per siti WordPress. Mullenweg ha deciso di bannare WP Engine dalla comunità WordPress, accusandola pubblicamente di sfruttare la piattaforma senza contribuire in modo significativo.

In un intervento recente, Mullenweg ha etichettato WP Engine come “un cancro per WordPress”, scagliandosi contro la loro presunta mancanza di contributi, sia economici che tecnici, al progetto. Secondo Mullenweg, WP Engine trae enormi benefici dall’utilizzo del software WordPress senza restituire nulla in termini di supporto alla comunità o di sviluppo del codice. Ha sottolineato come WP Engine, nonostante il suo successo commerciale, dedichi appena 40 ore uomo a settimana allo sviluppo e alla correzione di bug per WordPress, in contrasto con le oltre 4000 ore che Automattic investe settimanalmente nel mantenimento e nell’evoluzione del progetto.

Mullenweg ha definito questa disparità “inconcepibile”, suggerendo che una piattaforma che trae così tanto valore da WordPress dovrebbe contribuire in misura maggiore per garantire la crescita e la sostenibilità del progetto open source su cui si basa il proprio business. Le sue dichiarazioni sono state percepite da molti come un attacco diretto non solo a WP Engine, ma a tutte quelle aziende che utilizzano WordPress per scopi commerciali senza contribuire attivamente alla comunità, aprendo un dibattito acceso sull’etica delle aziende che sfruttano il software libero.

WP-Engine-Cancer-for-WordPress

Automattic ha avanzato gravi accuse nei confronti di WP Engine, Secondo Automattic, WP Engine ha realizzato un impero finanziario, valutato oltre i 400 milioni di dollari di fatturato annuo, utilizzando in modo inappropriato i marchi registrati di Automattic, tra cui i ben noti WordPress e WooCommerce. Questa situazione, per Automattic, costituisce non solo un abuso di marchio ma anche una diluizione del valore simbolico e commerciale di questi marchi.

Automattic afferma che WP Engine ha sfruttato la reputazione e l’affidabilità dei marchi WordPress e WooCommerce per attrarre clienti e generare profitti significativi, senza il dovuto riconoscimento o le adeguate compensazioni a WordPress Foundation, che detiene i diritti commerciali. Automattic ha sottolineato che questo comportamento ha portato a una confusione significativa nel mercato, con consumatori che potrebbero erroneamente assumere che esista una collaborazione o un’approvazione ufficiale tra WP Engine e le piattaforme WordPress o WooCommerce.

In aggiunta, la lettera di cessazione e desistenza inviata da Automattic a WP Engine descrive come l’uso non autorizzato dei marchi abbia non solo influito negativamente sulla percezione dei brand di Automattic ma abbia anche eroso l’avviamento commerciale che Automattic ha costruito attorno a questi marchi nel corso degli anni. L’avviamento, inteso come il buon nome e il valore commerciale che si accumula con la reputazione di un marchio, è cruciale per le aziende che operano nell’economia digitale e nella tecnologia, settori in cui la fiducia e la lealtà del cliente sono fondamentali.

Vediamo la cosa però dal punto di vista prettamente legale.

WordPress, uno dei Content Management System (CMS) più popolari al mondo, è rilasciato sotto la licenza GPL (General Public License), una delle licenze open source più utilizzate e conosciute. Questa licenza consente un ampio margine di libertà per l’uso, la modifica e la distribuzione del software. Tuttavia, con la crescente popolarità di piattaforme come WP Engine, che forniscono servizi basati su WordPress, sono emerse discussioni legali e filosofiche su quali obblighi, se ce ne sono, esistano nei confronti di Automattic, l’azienda che sviluppa gran parte del software WordPress. In questo articolo, esamineremo il contesto legale in cui operano WP Engine e altre aziende simili, partendo dall’analisi della licenza GPL, passando per i concetti legati al marchio, fino a esplorare il concetto di “fair use” e come si applichi in questo contesto.

La licenza GPL e l’utilizzo di WordPress

La natura della licenza GPL

La General Public License (GPL) è una licenza di software libero che garantisce agli utenti il diritto di eseguire, studiare, condividere e modificare il software. La versione più comune utilizzata da WordPress è la GPLv2, sebbene la GPLv3 sia disponibile e utilizzata in altri progetti software.

GNU-General-Public-License

Il principio fondamentale della GPL è che chiunque può prendere il codice sorgente, modificarlo e ridistribuirlo, a patto che qualsiasi modifica o distribuzione sia rilasciata sotto la stessa licenza GPL. Questo garantisce che il software resti libero e aperto. Automattic, l’azienda dietro gran parte dello sviluppo di WordPress, ha scelto la licenza GPL per WordPress proprio per incoraggiare questa libertà di utilizzo e di sviluppo da parte della comunità.

Storia breve della GNU General Public License

La GNU General Public License (GPL) è una delle licenze più influenti nel mondo del software libero, creata con l’obiettivo di garantire che il software rilasciato sotto di essa resti sempre libero e accessibile a tutti. La sua origine risale agli anni ’80, quando Richard Stallman, fondatore del movimento per il software libero, avviò il Progetto GNU con l’intento di sviluppare un sistema operativo libero che non imponesse restrizioni sull’uso, la modifica e la distribuzione del codice sorgente.

La prima versione della GPL fu pubblicata nel 1989 dalla Free Software Foundation (FSF), fondata dallo stesso Stallman, per dare una struttura legale al concetto di software libero. L’obiettivo principale della GPL era di assicurare che gli utenti avessero quattro libertà fondamentali: la libertà di eseguire il programma per qualsiasi scopo, la libertà di studiarne il funzionamento e modificarlo, la libertà di redistribuire copie, e la libertà di migliorare il programma e distribuire tali miglioramenti al pubblico.

La versione più conosciuta e utilizzata della GPL è la seconda, rilasciata nel 1991, che estendeva e chiariva alcune delle disposizioni della licenza originale, introducendo importanti protezioni contro le pratiche che potevano limitare la libertà degli utenti, come l’inclusione di software protetto da brevetti.

Nel 2007, venne rilasciata la terza versione della GPL (GPLv3), che affrontava problematiche emergenti come la gestione dei diritti digitali (DRM) e le controversie sui brevetti. Anche se molte comunità open source, come quella di Linux, continuano a utilizzare la GPLv2, la GPLv3 è stata adottata da numerosi progetti per rafforzare ulteriormente la protezione della libertà del software.

La GPL ha avuto un impatto profondo sulla crescita del movimento open source, fornendo una base legale chiara per garantire che il software rimanga libero e modificabile da chiunque, promuovendo una cultura di condivisione e collaborazione.

Il diritto di modificare e ridistribuire il codice

Una delle caratteristiche più importanti della GPL è che permette alle aziende e agli individui di prendere il codice di WordPress e utilizzarlo come base per i propri servizi o prodotti, anche se questi vengono modificati in modo significativo. Non c’è alcun obbligo di condividere i miglioramenti o le modifiche con la comunità, a meno che non si distribuisca il software modificato. Questo punto è particolarmente rilevante nel contesto di servizi come WP Engine, che utilizzano WordPress in modalità “software-as-a-service” (SaaS) o “platform-as-a-service” (PaaS).

Nel caso di un modello SaaS o PaaS, il software viene eseguito sui server di WP Engine e offerto come servizio ai clienti. Poiché WP Engine non distribuisce direttamente il software modificato ai suoi utenti, non è obbligata a condividere eventuali modifiche al codice. Questo è perfettamente in linea con la GPL, poiché la licenza non impone la condivisione del codice sorgente se il software è utilizzato solo a livello interno o offerto come servizio.

L’assenza di obblighi di contributo economico

Un punto chiave della GNU General Public License (GPL) versione 2 è che non impone alcun obbligo economico o finanziario ai suoi utilizzatori, come chiaramente indicato nell’articolo 1: “You may charge a fee for the physical act of transferring a copy, and you may at your option offer warranty protection in exchange for a fee.” Questo significa che chiunque può prendere, modificare e redistribuire il software senza dover pagare royalty o compensi ai detentori dei diritti d’autore, come Automattic nel caso di WordPress. La GPL permette la libertà di utilizzo e condivisione del software senza restrizioni economiche, a differenza delle licenze proprietarie, e quindi aziende come WP Engine possono utilizzare WordPress senza obbligo di contributo economico o di restituzione alla comunità.

Il marchio “WordPress” e l’uso di “WP”

La protezione del marchio WordPress

Sebbene il codice di WordPress sia rilasciato sotto la GPL, il nome “WordPress” è un marchio registrato detenuto da Automattic. Questo significa che, sebbene chiunque possa utilizzare il software, l’uso del nome “WordPress” per promuovere servizi o prodotti è soggetto alle normative sui marchi. Automattic ha stabilito delle linee guida chiare sull’uso del marchio “WordPress”, specificando che il termine non può essere utilizzato nei nomi di domini o marchi aziendali senza esplicita autorizzazione. Questo è in linea con il diritto internazionale dei marchi, che consente ai detentori di proteggere l’integrità del proprio brand.

Tuttavia, Automattic ha anche chiarito che l’uso dell’abbreviazione “WP” è accettabile come possiamo vedere nello screen seguente recuperato da WayBack Machine (prima che Matt Mullenwegh lo modificasse in questi giorni per la vicenda di WP Engine). Questo è un punto cruciale nel contesto di WP Engine, che utilizza “WP” come parte del proprio marchio. Sebbene “WP” sia comunemente riconosciuto come abbreviazione di WordPress, non è soggetto alle stesse restrizioni legali del nome completo “WordPress”. Dal punto di vista legale, questo significa che WP Engine è perfettamente legittimata a utilizzare “WP” nel proprio marchio senza violare alcun diritto di Automattic.

WP WordPress Trademark Policy - Wayback Machine

Ecco come risulta invece oggi, a distanza di 4 giorni, dopo che l’hanno modificato.

WordPress-Trademark-modified

La distinzione tra “WordPress” e “WP Engine”

Una questione sollevata in alcune discussioni è se l’uso di “WP” da parte di WP Engine possa creare confusione nei consumatori, facendo credere che ci sia un’affiliazione diretta con Automattic o con il progetto WordPress. Tuttavia, dal punto di vista legale, non sembra esserci un rischio significativo di confusione. WP Engine è chiaramente un’entità separata che fornisce servizi basati su WordPress, ma non è associata ufficialmente ad Automattic. Inoltre, il marchio “WP Engine” è sufficientemente distinto da “WordPress” da non creare confusione per la maggior parte dei consumatori. È importante sottolineare che il diritto dei marchi protegge contro l’uso confusorio di un marchio, ma l’uso di un’abbreviazione come “WP” è generalmente considerato legittimo, soprattutto quando è utilizzato in un contesto che chiaramente non implica un’affiliazione diretta.

Il concetto di “Fair Use” nel contesto dei marchi

Cosa si intende per “Fair Use”

Il concetto di “fair use” è un principio legale che consente l’uso limitato di materiali protetti da copyright o marchi registrati senza il consenso del titolare, purché tale uso sia giustificato e non crei confusione o danneggi il marchio. Nel contesto dei marchi, il fair use permette a terzi di utilizzare un marchio per riferirsi al prodotto o servizio protetto dal marchio stesso, ad esempio per descrivere la compatibilità di un prodotto o servizio con quello del titolare del marchio. Questo è particolarmente comune nell’industria tecnologica, dove le aziende spesso utilizzano nomi di marchi noti per indicare che i loro prodotti o servizi sono compatibili con quelli di un altro fornitore.

L’applicazione del “Fair Use” a WP Engine

Nel caso di WP Engine, l’uso del termine “WP” può essere considerato come un esempio di fair use. WP Engine fornisce servizi basati su WordPress e l’uso di “WP” nel nome dell’azienda serve a indicare chiaramente ai consumatori che i servizi offerti sono destinati agli utenti di WordPress. Questo tipo di uso descrittivo è generalmente considerato legittimo dal punto di vista legale, purché non crei confusione o inganni i consumatori riguardo all’origine dei prodotti o servizi. Come accennato in precedenza, WP Engine non utilizza il nome completo “WordPress” e non afferma di avere un’affiliazione ufficiale con Automattic, riducendo così ulteriormente il rischio di violazione del marchio.

WP Engine e l’etica dell’open source

Oltre alle considerazioni legali, è utile esaminare le questioni etiche sollevate nelle discussioni tra Automattic e WP Engine. Sebbene la GPL non imponga alcun obbligo economico o di contributo alla comunità, ci sono alcuni che sostengono che le aziende che traggono profitto da software open source dovrebbero contribuire al progetto originale, sia finanziariamente che attraverso il contributo di codice. Questo è un dibattito comune nel mondo dell’open source, dove c’è una tensione tra la libertà di utilizzo e la responsabilità di contribuire al mantenimento del progetto.

Tuttavia, dal punto di vista legale, WP Engine non è obbligata a contribuire in alcun modo a WordPress. La GPL è progettata proprio per garantire che chiunque possa utilizzare il software senza restrizioni, e richiedere contributi economici o tecnici sarebbe in contrasto con lo spirito della licenza. Detto ciò, molte aziende scelgono volontariamente di contribuire ai progetti open source da cui traggono profitto, sia per ragioni etiche che per garantire la sostenibilità a lungo termine del software su cui si basano.

Conclusione

Dal punto di vista legale, WP Engine opera pienamente nel rispetto della licenza GPL e delle normative sui marchi. La licenza GPL consente a WP Engine di utilizzare, modificare e offrire WordPress come servizio senza dover pagare nulla ad Automattic o condividere le proprie modifiche. Inoltre, l’uso del termine “WP” nel marchio di WP Engine non viola alcun diritto di Automattic, poiché non crea confusione con il marchio “WordPress”. Infine, il concetto di “fair use” rafforza ulteriormente la legittimità dell’uso di “WP” per indicare la compatibilità dei servizi di WP Engine con WordPress.

In conclusione, WP Engine e altre aziende che offrono servizi basati su WordPress possono operare liberamente sotto il quadro legale attuale, senza dover rispondere a richieste di contributo economico o di modifica da parte di Automattic, finché rispettano i termini della licenza GPL e le normative sui marchi.

 

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