Trustpilot, una piattaforma autoproclamata di recensioni aperta a tutti, si presenta come un faro luminoso nel caotico mondo dell’e-commerce, con l’obiettivo di guidare i consumatori verso un acquisto sicuro. Sebbene l’idea possa sembrare lodevole a prima vista, la sua attuazione pratica suscita alcune problematiche.
Trustpilot permette a chiunque di esprimere un parere sulla propria esperienza con un’azienda. Benché la democratizzazione delle opinioni sia un concetto allettante, in realtà, questa pratica è equivalente all’affermare che l’Everest sia un luogo piacevole per una camminata pomeridiana.
Il cruccio principale risiede nell’estrema apertura di Trustpilot: ogni individuo, indipendentemente dal proprio coinvolgimento diretto con un’azienda, può contribuire con una recensione. Questo spettro di recensori include clienti effettivi, ma anche troll, concorrenti vendicativi e proprietari delle stesse aziende. Il risultato è una piattaforma caotica dove tutte le voci trovano spazio, indipendentemente dalla loro validità.
Per affrontare le problematiche relative alle recensioni false, Trustpilot ha implementato un sistema di segnalazione. Tuttavia, senza una verifica KYC (Know Your Customer), tale iniziativa può sembrare inefficace, quasi come cercare di estinguere un incendio con un bicchiere d’acqua.
Ora, si potrebbe chiedere: cosa accade se viene lasciata una recensione diffamatoria? La risposta è deludente. Trustpilot sembra rispondere a tali problematiche con indifferenza, non rispondendo alle comunicazioni ufficiali, né provvedendo a identificare l’autore della recensione diffamatoria.
Questa noncuranza è ancora più marcata quando le recensioni provengono da servizi di posta elettronica sicuri e crittografati, come Protonmail, utilizzati talvolta per lasciare recensioni anonime.
Inoltre, Trustpilot offre alle aziende l’opportunità di “prendere il controllo” della propria pagina, attraverso piani a pagamento che promettono di “proteggere” le aziende dalle recensioni negative. Tale pratica, tuttavia, ha destato preoccupazioni, poiché potrebbe apparire come un tentativo di estorsione: un’azienda potrebbe sentirsi obbligata a pagare per proteggere la propria reputazione.
Sorprendentemente, nonostante le problematiche sottolineate, Trustpilot continua a operare. Le autorità di controllo sembrano ignorare le potenziali conseguenze dannose di tali pratiche per numerose aziende meritevoli e legittime, ritenendo tali danni come un effetto collaterale trascurabile dell’innovazione digitale.
In questo contesto, le aziende vittime di recensioni false su Trustpilot sono lasciate a se stesse. Le richieste di rimozione delle recensioni false sono spesso ignorate, mentre Trustpilot continua a trarre profitto da aziende che pagano per proteggere la propria reputazione.
Nell’era digitale, in cui la reputazione online può costruire o distruggere un’azienda, la responsabilità delle recensioni false dovrebbe ricadere sulle piattaforme stesse, come Trustpilot. Potremmo arrivare al punto in cui le aule di tribunale diventano l’arena per le aziende che cercano di difendere la propria reputazione.
Fino a quel momento, è importante affrontare le recensioni su Trustpilot con un atteggiamento critico. In un mondo in cui chiunque può esprimere qualsiasi opinione, la verità può diventare un’opinione soggettiva e l’affidabilità un lusso.
Dunque, la prossima volta che si nota un’azienda con una valutazione elevata su Trustpilot, è importante ricordare che potrebbe essere frutto di una serie di recensioni false, di troll nascosti dietro servizi di posta elettronica sicuri, e di una piattaforma più interessata a generare profitti che a garantire l’integrità delle recensioni.
E se si è un’azienda che sta considerando di affidarsi a Trustpilot per gestire la propria reputazione online, bisogna tenere a mente che la protezione ha un costo, che potrebbe essere più elevato di quanto si sia disposti a pagare.
Fidarsi ciecamente delle recensioni su Trustpilot è come dare credito a un imbroglione che giura sulla propria onestà. Non importa quanto possa sembrare plausibile, è sempre consigliabile esercitare un sano scetticismo. In un mondo in cui le apparenze possono ingannare, l’unica persona di cui si può davvero fidare è se stessi.