2 Giugno 2023

Oltre l’Illusione di LiteSpeed: Il Ruolo Cruciale della Competenza Sistemistica

La popolarità di LiteSpeed è davvero segno della sua superiorità, o evidenzia piuttosto un vuoto di competenze tecniche nel settore dei sistemisti web?

Il panorama dei server web è ricco e variegato, con tecnologie che si evolvono costantemente per soddisfare le esigenze sempre più sofisticate degli utenti. In mezzo a questa cacofonia di soluzioni, LiteSpeed si è distinto, guadagnando terreno e attirando l’attenzione del settore. Molti vedono in LiteSpeed il futuro, una panacea per le esigenze dei progetti web, dal più piccolo al più imponente. Tuttavia, una riflessione più profonda e dettagliata potrebbe svelare una realtà differente: la popolarità di LiteSpeed può essere attribuita meno alla sua superiorità tecnologica intrinseca e più a una carenza diffusa di competenze tecniche tra i sistemisti.

NGINX e Varnish rappresentano la crema della tecnologia server web. Usati da imprese di alto livello, organizzazioni mediatiche gigantesche e piattaforme di e-commerce con un enorme volume di traffico, questi strumenti sono diventati sinonimo di prestazioni robuste e di qualità superiore. La loro architettura open source e l’ampio supporto della comunità di sviluppatori garantiscono una flessibilità impareggiabile, rendendoli strumenti estremamente personalizzabili per rispondere alle esigenze più diverse.

Ne abbiamo parlato ampiamente in questo post Recensione LiteSpeed Web server. , tuttavia, risulta davvero difficile proporre una tecnologia migliore, quando il pubblico sente parlare dappertutto di tecnologie alternative, più famose e dipinte come la migliore soluzione sul mercato. Sta succedendo esattamente quello che successe nella vicenda VHS VS Betamax.

Negli anni ’70 e ’80, Betamax e VHS erano i due principali formati di videocassette, creando una famosa “guerra dei formati”. Sony introdusse per primo Betamax nel 1975, con una qualità di registrazione decisamente superiore ed in meno spazio. Tuttavia, JVC introdusse l’anno successivo il formato VHS, che permetteva una durata di registrazione maggiore. Nonostante la qualità superiore di Betamax, VHS divenne più popolare grazie alla sua maggiore durata, e al sostegno di più produttori. Alla fine, VHS emerse come lo standard de facto nel settore dei video domestici.

Tuttavia, la potenza di questi strumenti risiede nel loro utilizzo corretto. Non basta semplicemente installarli sul server e lasciarli a sé stessi. Ogni tecnologia richiede una gestione accurata e una configurazione personalizzata per essere utilizzata al meglio delle sue capacità. Ed è qui che il ruolo del sistemista diventa cruciale.

Un sistemista competente conosce i dettagli intricati della gestione dello stack server. Comprende come regolare la cache, come controllare il Cache Control e come eseguire una pulizia selettiva della cache. Ha le competenze per gestire problemi di performance e di hit ratio. Conosce le potenzialità di NGINX e Varnish e sa come sfruttarle per fornire un’esperienza utente senza pari e un posizionamento ottimale sui motori di ricerca.

Purtroppo, l’industria è piena di sistemisti che non possiedono queste competenze cruciali. Questa carenza di abilità può portare a un’implementazione e una gestione sub-ottimali di NGINX e Varnish, che a loro volta possono causare problemi di prestazioni e un’esperienza utente deludente. Non sorprende che in questi scenari, LiteSpeed possa apparire come una soluzione più attraente e promettente.

Ad esempio, una sfida di particolare rilevanza è la selezione di un Time To Live (TTL) della cache appropriato. Un TTL adeguato per la cache è fondamentale per garantire che i contenuti memorizzati nella cache non diventino obsoleti, compromettendo l’esperienza utente. Purtroppo, molti sistemisti non hanno familiarità con le sfumature di questa impostazione critica e potrebbero scegliere un TTL che non è adeguato per le specifiche esigenze del sito web del loro cliente.

Una questione correlata è la gestione della pulizia selettiva (purge) della cache. Questa è una tecnica essenziale che permette di rimuovere selettivamente specifici contenuti dalla cache senza dover svuotare l’intera cache. Ciò è particolarmente importante per i siti web dinamici e di grandi dimensioni, dove la pulizia totale della cache potrebbe portare a significative penalità di prestazioni. Ancora una volta, molti sistemisti non hanno la competenza necessaria per implementare correttamente questa funzionalità.

Infine, c’è la questione dell’ottimizzazione del rapporto di successo della cache (hit ratio). Un elevato hit ratio indica che la maggior parte delle richieste può essere servita direttamente dalla cache, migliorando così le prestazioni. Tuttavia, raggiungere un alto hit ratio richiede un’attenta configurazione e monitoraggio, competenze che spesso mancano nei sistemisti meno esperti.

In questi seguenti Screenshot possiamo notare due gestori di Hosting, il primo un Hoster professionista con tanto di SRL, il secondo un Hoster semiprofessionista che tuttavia si appresta a cercare di ottenere l’affidamento di commesse di rilievo. È lapalissiano e pacifico che le loro considerazioni siano assolutamente errate su tutta la linea.

Nel caso sopra, ad esempio, l’errore grossolano è quello di pensare che ad ogni volta che l’utente o la redazione scriva un post si debba pulire manualmente la cache o addirittura scomodare il sistemista nel farlo, quando è pacifico che esistono plugin in grado di agganciare hook come save_post() di WordPress e procedere con una PURGE selettiva del post, delle categorie, dei feed e di eventuali sitemap. Pur sottolineando la gravita di tale affermazione è giusto considerare che il fatto avvenuto è di qualche anno fa; pertanto, è ormai certo che tale fraintendimento sia stato superato a livello logico; tuttavia, è anche vero che tale fornitore non abbia mai offerto servizi enterprise basati su NGINX e Varnish ma si è promosso proponendo direttamente LiteSpeed al fine di trovare un servizio più adeguato alle competenze. Come prassi non facciamo nomi a tutela e rispetto della professionalità di ogni fornitore.

TTL-Varnish-Cache

Come si evince dallo screenshot sopra, ci troviamo di fronte a un esempio di un gestore che pur proponendo servizi di hosting, non comprende appieno i vantaggi associati a un TTL prolungato.

Un TTL di lunga durata, per esempio di una settimana o anche di un mese, può offrire notevoli vantaggi, soprattutto quando si tratta di contenuti che non cambiano frequentemente.

Invece, impostare un TTL di sole 12 ore, come in questo caso, può creare una serie di inefficienze. Una di queste riguarda la velocità con cui i contenuti vengono serviti agli utenti. Con un TTL più breve, i contenuti più vecchi vengono rimossi dalla cache più frequentemente, il che significa che devono essere recuperati nuovamente dal server ogni volta. Questo processo può aumentare il tempo di risposta del server, noto come Time To First Byte (TTFB), soprattutto se il backend del sito o l’applicazione non è ottimizzato per fornire prestazioni elevate.

Un TTL più lungo, d’altra parte, permette di mantenere i contenuti in cache per periodi di tempo più lunghi, riducendo la frequenza con cui devono essere recuperati dal server. Questo può portare a un miglioramento significativo del TTFB e, di conseguenza, a un’esperienza utente più fluida e veloce.

Inoltre, un TTL più lungo può ridurre il carico sul server backend, risparmiando risorse che possono essere utilizzate per gestire altri aspetti critici del sito. Questo può essere particolarmente vantaggioso per i siti con un alto volume di traffico o con risorse di server limitate.

Il fatto di trovare anche in questo caso assolutamente un’eccezione parlare di Purge selettivo quando si parla di Varnish Cache, lascia intendere che ci siano grossi gap da colmare ed un bagaglio culturale assolutamente insufficiente per offrire servizi di hosting a livello professionale.

Ovviamente questi sono solo due esempi evidenti di quanta improvvisazione possa regnare in questo mondo di “professionisti” di cui molti privi anche di una formazione accademica, come un corso di laurea o quantomeno studi inerenti. In realtà la problematica è molto più ampia e le lacune sono veramente molte e variegate.

Ecco perché Litespeed pur avendo meno flessibilità nella customizzazione e nella realizzazione di progetti complessi, ha comunque a suo vantaggio una configurazione di base che è sufficientemente migliore della maggior parte di quella che molti “colleghi” sono in grado di offrire utilizzando strumenti più potenti e complessi come NGINX e Varnish.

Tuttavia, questa percezione non implica la superiorità di LiteSpeed rispetto a NGINX o Varnish. Piuttosto, mette in evidenza l’importanza delle competenze sistemistiche per la corretta gestione e configurazione dello stack server. Il successo di LiteSpeed è quindi un riflesso della carenza di competenze sistemistiche nell’industria, piuttosto che un tributo alla sua superiorità tecnologica.

Allo stesso modo, aziende come WordPress VIP e Fastly, che gestiscono l’hosting per clienti di grande fama come CNN, The New York Times, BuzzFeed e molti altri, dimostrano l’efficacia di NGINX e Varnish. Queste aziende hanno investito ingenti risorse per sviluppare le competenze tecniche necessarie per gestire e configurare NGINX e Varnish al massimo delle loro potenzialità. Non sorprende che abbiano optato per queste tecnologie piuttosto che per LiteSpeed.

In conclusione, è importante ricordare che la scelta della tecnologia non dovrebbe dipendere dalla sua popolarità, ma dalla sua efficacia nell’adempimento dei requisiti del progetto. Mentre LiteSpeed può sembrare attraente per i suoi pregi apparenti, NGINX e Varnish, quando gestiti correttamente, offrono prestazioni, scalabilità e flessibilità superiori. Quello che realmente conta è la competenza sistemistica necessaria per sfruttare al meglio questi strumenti.

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