25 Maggio 2023

Hosting per Blog e Testate Online in abbonamento: Navigare tra Paywall e Pubblicità

Come implementare correttamente un Paywall su un blog WordPress o una testata online.

L’editoria online ha subito una trasformazione radicale negli ultimi anni, con la nascita di un numero sempre maggiore di blog e testate giornalistiche online. Al centro di questa rivoluzione c’è WordPress, un sistema di gestione dei contenuti (CMS) che ha dimostrato di essere un alleato formidabile per chiunque voglia condividere informazioni, notizie e storie con il mondo.

WordPress offre un set completo di strumenti intuitivi, che permettono di gestire facilmente ogni aspetto del proprio sito, dal design ai contenuti, alla SEO. La sua scalabilità e le migliaia di plugin disponibili lo rendono adatto sia ai piccoli blog personali, sia alle grandi testate giornalistiche.

Un esempio emblematico è il New York Observer, uno dei giornali più influenti degli Stati Uniti, che ha scelto WordPress per il suo sito. Anche TechCrunch, uno dei principali siti di notizie sulla tecnologia a livello mondiale, utilizza WordPress per gestire il suo vasto flusso di contenuti.

Il nostro ruolo in questo scenario è fondamentale. La nostra azienda gestisce molte testate online basate su WordPress, con alcuni di questi siti che generano un traffico di oltre 50 milioni di visitatori al mese, fino al oltre centinaia di milioni. Questo risultato eccezionale è frutto del nostro impegno costante nel fornire un hosting affidabile, sicuro e performante, e nel supportare i nostri clienti nella gestione dei loro siti WordPress.

La nostra esperienza e competenza nel campo dell’editoria online ci permette di offrire un servizio di gestione dell’hosting di altissima qualità, in grado di soddisfare le esigenze dei nostri clienti e di far fronte alle sfide che l’editoria online presenta oggi.

Statistiche JetPack Sito WordPress ad alto traffico

Crisi dell’Editoria e la Nuova Sfida dell’Editoria Online

La crisi dell’editoria tradizionale, aggravata da una serie di elementi tra cui l’ascesa delle tecnologie digitali e l’evoluzione del comportamento dei consumatori, ha innescato un imponente svolta verso l’editoria online. Nonostante il cambio di prospettiva e il trasferimento dei contenuti sulla rete, i problemi persistenti nel settore non sono evaporati con l’adozione del digitale.

Nel passato, le entrate generate dalla pubblicità online rappresentavano il pilastro economico di blog e testate giornalistiche. Questa fonte di reddito, tuttavia, ha mostrato segni di declino nel corso degli ultimi anni. L’uso crescente di strumenti come ad-blocker da parte degli utenti, l’escalation della competizione per l’attenzione dei consumatori, insieme all’applicazione di regolamenti sempre più severi sulla privacy e la gestione dei dati degli utenti, hanno eroso la stabilità dei ricavi derivanti dall’advertising. Questi fattori, combinati, hanno reso il targeting pubblicitario sempre più complesso e meno redditizio.

In questo contesto, l’approccio che punta esclusivamente sull’advertising come unico modello di monetizzazione si sta rivelando sempre più insostenibile, particolarmente per le redazioni con costi operativi elevati. Sebbene molti siti web riescano a generare un volume di traffico considerevole, le entrate provenienti dalla pubblicità spesso non bastano a coprire i costi operativi. Di conseguenza, molte testate online si sono trovate nella necessità di esplorare nuovi modelli di business.

L’era post-2020 ha presentato una serie di sfide inedite per l’editoria online. Di fronte a un ambiente in continua evoluzione, dove le sfide non mancano, le testate giornalistiche digitali hanno dovuto escogitare nuove strategie per generare reddito, senza compromettere la qualità dei contenuti e l’engagement dei lettori. Questa esigenza ha stimolato l’adozione di forme innovative di monetizzazione, come i contenuti a pagamento e l’implementazione dei paywall.

Questi metodi rappresentano un cambio radicale nella prospettiva di generazione di reddito per le testate online. Il paywall, ad esempio, offre la possibilità di creare un flusso di entrate più stabile e prevedibile rispetto alla pubblicità, garantendo al contempo ai lettori un accesso illimitato a contenuti di alta qualità.

Il panorama dell’editoria online si sta dunque trasformando, diventando più diversificato e resiliente. L’obiettivo rimane quello di trovare il giusto equilibrio tra la generazione di reddito, la qualità dei contenuti e l’esperienza dell’utente, garantendo la sostenibilità del settore nel lungo termine.

Monetizzare un Blog WordPress con la Pubblicità

Un modo tradizionale per monetizzare un blog WordPress è la pubblicità online, un settore dominato da piattaforme come Google AdSense, Evolution ADV, TakeRate, ProjectADV e simili. Questi servizi consentono di inserire annunci pubblicitari sul tuo sito e di guadagnare in base al numero di visualizzazioni o clic.

Un indicatore fondamentale in questo settore è l’RPM, o Revenue Per Mille, un termine che indica il guadagno medio per mille impressioni pubblicitarie. L’RPM è un indicatore molto utilizzato in ambito advertising perché permette di stimare i ricavi che si possono ottenere per ogni mille visualizzazioni di un annuncio sul tuo sito.

anner Advertsing

Il valore dell’RPM può variare significativamente in base a diversi fattori, tra cui la qualità del traffico del sito, la posizione geografica degli utenti, il formato degli annunci e, soprattutto, l’argomento del sito. Generalmente, si può affermare che il valore di RPM oscilla tra 1 e 3 euro, ma ciò dipende fortemente dall’argomento del blog. Siti specializzati in argomenti più redditizi, come le finanze o l’assicurazione, possono vedere un RPM significativamente più alto.

Tuttavia, è importante sottolineare che nonostante l’RPM fornisca un’indicazione utile, la monetizzazione tramite pubblicità online non è sempre stabile o prevedibile. Con le dinamiche in costante cambiamento dell’ecosistema online, i blog e le testate giornalistiche devono guardare oltre l’advertising tradizionale per garantire una fonte di reddito più affidabile e duratura.

Il problema dell’accettazione dei Cookie e della monetizzazione dell’advertising

Nel panorama digitale attuale, la politica sulla privacy e la gestione dei cookie ha assunto un ruolo di primo piano, influenzando in maniera significativa le strategie di monetizzazione dei siti web, in particolare quelle basate sull’advertising. Con l’introduzione della General Data Protection Regulation (GDPR) e delle relative normative sui cookie, gli utenti di un sito web devono dare il loro consenso esplicito per ricevere annunci pubblicitari personalizzati. Questo cambiamento ha avuto un impatto notevole sul rendimento economico dell’advertising online.

Cookie Banner Demo

Nella pratica, si è riscontrato che una considerevole percentuale di utenti, oscillante tra il 40% e il 70%, sceglie di non accettare i cookie di tracciamento, limitando in tal modo la capacità dei siti web di monetizzare tramite la pubblicità. Questo comporta un drastico calo nel potenziale di guadagno dei banner pubblicitari e dell’advertising in generale, mettendo in luce un problema non trascurabile nel contesto della monetizzazione online.

Prendiamo come esempio un sito web che genera 3 milioni di pagine viste al mese, con un RPM (Revenue Per Mille, ovvero il guadagno per mille visualizzazioni) di 3 euro. Prima dell’introduzione della politica sui cookie e della GDPR, tale sito avrebbe potuto generare circa 9.000 euro al mese. Tuttavia, con l’attuale tasso di rifiuto dei cookie, la stessa quantità di traffico può produrre un guadagno molto più ridotto, compreso tra i 3.000 e i 4.000 euro al mese.

Questo calo del guadagno mette in luce l’importanza di adottare nuovi modelli di monetizzazione in grado di far fronte a queste limitazioni imposte dalle normative sulla privacy e sui cookie. Ora più che mai, le testate giornalistiche online devono essere innovative e flessibili, pronte ad adattarsi a un contesto in continua evoluzione.

Monetizzazione tramite Abbonamento: Contenuti Esclusivi per gli Iscritti

Nel panorama in continua evoluzione dell’editoria online, una forma di monetizzazione che sta guadagnando sempre più trazione è l’abbonamento a contenuti esclusivi. Questo modello, conosciuto anche come modello freemium, offre una combinazione di contenuti gratuiti per tutti gli utenti e contenuti premium riservati esclusivamente agli abbonati.

Il principio alla base di questo modello è semplice ma efficace: offrire un valore tangibile agli utenti disposti a pagare per un’esperienza di lettura potenziata. Ciò può includere l’accesso a contenuti esclusivi, la rimozione degli annunci pubblicitari, l’accesso anticipato a nuovi contenuti, articoli a profondità maggiore, e molto altro ancora.

Questa forma di monetizzazione sta emergendo come una soluzione efficace per molte testate online che devono affrontare la dura realtà dei ricavi in calo dall’advertising. Le redazioni possono contare su una fonte di reddito più stabile e prevedibile, permettendo loro di concentrarsi su ciò che fanno meglio: creare contenuti di alta qualità.

Il New York Times è un esempio di successo di questa strategia. Il famoso quotidiano ha implementato un modello di abbonamento digitale nel 2011, e da allora ha visto un aumento costante del numero di abbonati digitali, che ora rappresentano una parte significativa dei suoi ricavi totali.

New York Times Paywall

L’implementazione di un modello di abbonamento può però comportare delle sfide. La prima è convincere gli utenti a pagare per contenuti in un mondo in cui molte informazioni sono disponibili gratuitamente. Per superare questa sfida, è fondamentale offrire contenuti di alta qualità e unico valore aggiunto che giustifichi il costo dell’abbonamento.

Una seconda sfida riguarda la tecnologia. L’implementazione di un sistema di abbonamento richiede strumenti in grado di gestire i pagamenti, l’accesso ai contenuti e la gestione degli abbonati. Qui entra in gioco WordPress con la sua ampia gamma di plugin, come MemberPress o Restrict Content Pro, che facilitano l’implementazione di un sistema di abbonamento sul tuo sito.

Il modello di abbonamento può inoltre essere utilizzato in combinazione con la pubblicità, fornendo una doppia fonte di reddito. Gli utenti gratuiti possono continuare a vedere gli annunci, fornendo una fonte di reddito pubblicitario, mentre gli utenti abbonati possono beneficiare di una lettura senza interruzioni pubblicitarie.

Mentre la crisi dell’editoria continua a mettere pressione sulle redazioni, l’adozione di modelli di abbonamento rappresenta una luce alla fine del tunnel. Le testate online che sono in grado di offrire contenuti di alta qualità e un’esperienza utente eccellente hanno l’opportunità di creare un modello di business sostenibile e resistente, pronto a navigare nel futuro dell’editoria digitale.

Il Paywall nell’Editoria Online: Un Valido Strumento di Monetizzazione

Un paywall è un metodo di monetizzazione utilizzato nel mondo dell’editoria online che limita l’accesso a determinati contenuti del sito web solo agli utenti paganti. È uno strumento potente che aiuta le testate online a generare entrate stabili e prevedibili, superando i limiti dei tradizionali metodi di monetizzazione basati esclusivamente sulla pubblicità.

Esistono vari tipi di paywall, ciascuno con le sue specificità:

  1. Hard Paywall: Questo è il tipo più restrittivo di paywall, in cui tutti i contenuti del sito web sono riservati agli utenti paganti. Questo approccio è solitamente adottato da testate giornalistiche che offrono contenuti di alta qualità o di nicchia, come il Financial Times.
  2. Soft Paywall: In questo caso, parte dei contenuti del sito web è disponibile gratuitamente, mentre altri contenuti sono accessibili solo agli utenti paganti. Questo modello è utilizzato da molte testate di grande successo, come il New York Times.
  3. Metered Paywall: Questo tipo di paywall permette agli utenti di accedere a un determinato numero di articoli gratuitamente ogni mese, dopodiché è richiesto un abbonamento per continuare a leggere. Questo approccio è utilizzato da molte testate, tra cui il Washington Post.
  4. Freemium Paywall: In questo modello, alcuni contenuti selezionati sono riservati agli utenti paganti, mentre il resto è accessibile gratuitamente. Questo permette di attirare un vasto pubblico con contenuti gratuiti, mentre si offrono contenuti esclusivi di valore per gli abbonati.

Un paywall serve a diversi scopi in una testata online. Innanzitutto, genera una fonte di reddito diretta e prevedibile, contribuendo a mitigare la dipendenza dalle entrate pubblicitarie. In secondo luogo, favorisce la creazione di una comunità di lettori fedeli e impegnati, che sono disposti a pagare per accedere a contenuti di alta qualità. Inoltre, un paywall può aiutare a sostenere l’attività di redazione, permettendo di investire nella produzione di contenuti originali e approfonditi.

Tuttavia, è fondamentale implementare un paywall nel modo corretto. L’introduzione di un paywall deve essere accompagnata da una chiara comunicazione del valore che gli utenti riceveranno in cambio del loro abbonamento. Inoltre, è importante trovare il giusto equilibrio tra contenuti gratuiti e a pagamento, per non alienare una parte dell’audience.

In conclusione, un paywall può rappresentare un importante strumento di monetizzazione per l’editoria online, se utilizzato correttamente. Può contribuire a creare un modello di business sostenibile, capace di sostenere l’importante lavoro delle redazioni in un mondo digitale sempre più competitivo.

La Gestione dell’Hosting di una Testata Online con Paywall: Aspetti Tecnici e Sfide

Implementare un sistema di Paywall su una testata online può sembrare un compito semplice dal punto di vista dell’utente finale, ma in realtà comporta una serie di sfide tecniche e operative lato server. Uno dei principali aspetti da considerare è la gestione della cache, insieme all’assicurazione che il contenuto sia correttamente indicizzato dai motori di ricerca.

Gestione della Cache con un Paywall

Un sistema di caching, come Varnish, è fondamentale per garantire prestazioni ottimali e velocità di caricamento rapide sul tuo sito web, memorizzando le versioni statiche delle pagine per servirle rapidamente agli utenti. Tuttavia, l’implementazione di un Paywall introduce una nuova complessità: devi essere in grado di servire versioni differenti della stessa pagina a seconda che l’utente sia un visitatore gratuito o un abbonato.

Varnish-Cache-Schema

Questa necessità può facilmente portare a un bypass della cache Varnish. Ad esempio, se un utente non abbonato visita una pagina e questa viene memorizzata nella cache, quando un utente abbonato visita la stessa pagina potrebbe ricevere la versione non abbonata, negando l’accesso ai contenuti premium. Al contrario, se una versione per abbonati viene memorizzata nella cache, un utente non abbonato potrebbe avere accesso a contenuti che dovrebbero essere bloccati dal Paywall.

Un altro problema potenziale è l’overload del server. Se il Paywall causasse un bypass della cache per la maggior parte delle richieste, il server potrebbe essere sovraccaricato dalla necessità di generare dinamicamente ogni pagina, portando a prestazioni lente o addirittura a un crash del server e rendendo non fruibile i contenuti.

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Indicizzazione dei Motori di Ricerca e Paywall

Quando si implementa un Paywall all’interno di un sito web, uno degli aspetti cruciali da tenere in considerazione è l’indicizzazione dei contenuti da parte dei motori di ricerca. Google e altri motori di ricerca devono essere in grado di accedere, analizzare e indicizzare i contenuti del tuo sito per determinarne la rilevanza e, di conseguenza, la posizione nei risultati di ricerca.

Tuttavia, la presenza di un Paywall può rappresentare un ostacolo per i crawler dei motori di ricerca. Questi robot, infatti, potrebbero ritrovarsi di fronte a una “parete” che blocca l’accesso ai contenuti a pagamento. Questo problema può causare un calo nell’indicizzazione delle pagine del tuo sito, con conseguente riduzione della visibilità nei risultati di ricerca. Tale circostanza può portare a una flessione nel traffico del sito web e, potenzialmente, a una diminuzione degli abbonamenti.

google-bot

Per affrontare questa sfida, molti editori ricorrono a metodi come il “First Click Free” o il “Flexible Sampling”, promossi da Google. Queste strategie consentono ai crawler dei motori di ricerca di accedere ai contenuti a pagamento, ma limitano l’accesso gratuito degli utenti a un numero prefissato di articoli. In questo modo, si riesce a creare un equilibrio tra la necessità di generare reddito attraverso i contenuti a pagamento e quella di mantenere un’ottima visibilità sui motori di ricerca.

La gestione di questo delicato equilibrio richiede un’attenta pianificazione e strategia. Gli editori devono considerare attentamente quanti contenuti rendere accessibili gratuitamente, cercando di garantire un’esperienza positiva agli utenti, e allo stesso tempo assicurando un ritorno economico sostenibile. In questo senso, la scelta della tecnica di monetizzazione più adatta può fare la differenza nel successo di una testata online.

Soluzioni Tecniche

La gestione tecnica di un sistema di Paywall su una piattaforma online richiede un approccio olistico che non si limita solo alla configurazione lato server o alla sistemistica. Anche la parte applicativa gioca un ruolo chiave nell’implementazione del Paywall, ponendosi come un elemento centrale per assicurare l’efficacia del sistema nel suo complesso.

Molto spesso, la problematica risiede proprio nella qualità del software o dei plugin utilizzati per implementare il Paywall. In particolare, nel contesto di piattaforme come WordPress, esistono molteplici soluzioni commerciali che promettono di facilitare la gestione di un Paywall. Tuttavia, l’esperienza ci insegna che non sempre queste soluzioni sono all’altezza delle aspettative, soprattutto quando il numero degli utenti abbonati comincia a crescere.

Infatti, è emerso che molti di questi plugin presentano lacune di progettazione che compromettono la loro efficienza, specialmente quando il sistema viene messo sotto stress da un elevato numero di abbonati contemporaneamente attivi. Questi errori di progettazione possono vanificare i benefici derivanti dall’uso di una cache statica, causando un consumo eccessivo di risorse come cicli di CPU per PHP e MySQL. Questo potrebbe portare a rallentamenti del sito o, nei casi più gravi, a un vero e proprio crash del server.

In questi scenari, diventa quindi essenziale rivedere l’intera architettura del sistema, partendo dal software o plugin di Paywall e spostandosi verso una soluzione su misura, progettata per gestire efficacemente il traffico e gli utenti abbonati di un grande sito. Questo potrebbe comportare la progettazione di un sistema di cache multilivello, che sfrutta cookie o user agent per distinguere tra diversi tipi di utenti e servire la versione corretta della pagina a ciascuno di essi.

Ad esempio, potrebbe essere necessario creare un livello di cache specifico per gli utenti abbonati, separato da quello degli utenti non abbonati, per assicurare che ciascuno riceva la versione corretta della pagina. Allo stesso modo, potrebbe essere necessario implementare regole specifiche per i GoogleBot e altri crawler dei motori di ricerca, per garantire che possano accedere e indicizzare correttamente i contenuti del sito.

Anche i metadati delle pagine, come i tag di risposta HTTP o i tag HTML head, potrebbero dover essere gestiti a livello di applicazione per garantire che vengano inviati correttamente ai browser e ai motori di ricerca.

In sintesi, la gestione di un sistema di Paywall su una grande testata online è un compito complesso che richiede un’attenzione costante non solo alla sistemistica lato server, ma anche all’applicativo. Solo attraverso una combinazione equilibrata di solide competenze tecniche, una profonda comprensione delle dinamiche del web e un’attenta progettazione del sistema, è possibile assicurare l’efficacia di un Paywall e il successo di un sito web.

Vuoi Implementare un Paywall sulla Tua Testata Online?

Se stai pensando di implementare un Paywall sulla tua testata online, sei nel posto giusto. La nostra esperienza nel settore dell’editoria digitale e la nostra competenza tecnica ci permettono di offrirti una consulenza di alto livello e un supporto attivo nell’implementazione di questa soluzione.

L’introduzione di un Paywall può essere un processo complesso che coinvolge varie sfaccettature, sia dal punto di vista tecnico che strategico. È importante valutare attentamente le peculiarità del tuo pubblico, il tipo di contenuto che offri e le tue aspettative di monetizzazione.

A livello tecnico, ci occupiamo della configurazione e dell’ottimizzazione del Paywall, assicurandoci che sia progettato per gestire alti volumi di traffico e per offrire la migliore esperienza possibile ai tuoi utenti. Lavoreremo a stretto contatto con il tuo team per garantire una transizione senza intoppi e per implementare le migliori pratiche per il mantenimento dell’indicizzazione sui motori di ricerca.

Inoltre, capiamo l’importanza di una gestione efficiente lato server, particolarmente cruciale quando si tratta di gestire picchi di traffico e ottimizzare le performance del sito. Il nostro team di esperti sistemisti è in grado di fornire soluzioni personalizzate, attuando strategie di ottimizzazione dei server e della cache per garantire tempi di caricamento rapidi e una navigazione fluida.

Non importa se sei un grande editore o un piccolo blog, il nostro obiettivo è di aiutarti a monetizzare efficacemente il tuo contenuto senza compromettere l’esperienza degli utenti o la visibilità sui motori di ricerca. Contattaci per scoprire come possiamo aiutarti a navigare nel mondo dell’editoria online e implementare con successo un Paywall sulla tua testata.

 

 

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