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La gestione delle impostazioni DNS è una questione delicata, che richiede un’attenzione particolare per la corretta impostazione del Time To Live (TTL) dei rispettivi record. Il TTL è un parametro fondamentale nel controllo della frequenza di aggiornamento delle informazioni DNS. Un valore di TTL troppo elevato può significare un tempo di attesa più lungo quando è necessario propagare cambiamenti, come il reindirizzamento di un dominio a un nuovo indirizzo IP. Situazioni come queste sono comuni nel mondo professionale, specialmente quando si eredita un dominio con un TTL DNS impostato su un giorno o più.
Della configurazione dei TTL dei DNS ne abbiamo parlato in modo molto esaustivo in questo post, tuttavia, crediamo che sia opportuno divulgare delle procedure di emergenza da condividere anche con i nostri colleghi per evitare importanti danni al business dei clienti.
Immaginiamo, ad esempio, che l’Agenzia delle dogane e dei monopoli abbia erroneamente bloccato un sito web. Mentre si attende la risoluzione di un ricorso, che potrebbe richiedere anche dei mesi, si potrebbe avere la necessità di reindirizzare il sito su un dominio .com su un server estero, utilizzando un redirect 301 per tutte le risorse sul nuovo dominio. In questo scenario, potrebbe essere necessario puntare l’IP del vecchio dominio al nuovo server, ma ciò potrebbe richiedere fino a una settimana se il TTL della zona del vecchio dominio è impostato su 604800 secondi (una settimana). Come si può allora accelerare la propagazione?
La realtà è che la maggior parte degli utenti di Internet utilizza i DNS dei propri fornitori di connettività (TIM, FastWeb, Vodafone, ecc.), ma un numero crescente di utenti, specialmente su smartphone, sta iniziando a utilizzare nameserver di Google, OpenDNS e CloudFlare DNS. Questi servizi coprono circa il 20% dell’intero mercato DNS. Tuttavia, l’obiettivo principale è evitare un calo della SEO da parte di Google, secondariamente, cercare di perdere il minor numero possibile di utenti potenziali clienti.
Per questo motivo, si può “forzare” il flush della cache DNS per i servizi DNS più utilizzati.
Che cosa significa fare il flush della cache DNS?
Il flush DNS è un processo che pulisce e rinnova le informazioni salvate (cache) dai server autoritativi (ovvero responsabili e proprietari) riguardo i domini. Questo è particolarmente utile quando un sito cambia server e conseguentemente almeno in linea teorica anche l’indirizzo IP.
Google DNS, OpenDNS e CloudFlare DNS.
Per forzare il flush della cache DNS, è necessario e possibile utilizzare le funzioni fornite da Google DNS, OpenDNS e CloudFlare DNS.
I DNS pubblici di Google, OpenDNS e CloudFlare sono servizi di risoluzione dei nomi di dominio ampiamente utilizzati e rispettati per la loro resilienza e velocità. Questi servizi fungono da traduttori tra indirizzi IP e nomi di dominio, un processo essenziale per navigare in Internet.
Google Public DNS è un servizio DNS gratuito offerto da Google, con l’obiettivo di rendere il web più veloce e sicuro. Lanciato nel 2009, Google Public DNS si è guadagnato una solida reputazione per la sua affidabilità e velocità. Google utilizza la tecnologia anycast per indirizzare le richieste DNS al server più vicino, riducendo così la latenza e garantendo tempi di risposta rapidi.
OpenDNS è un altro fornitore di DNS pubblico molto popolare. Oltre a offrire un servizio DNS veloce e affidabile, OpenDNS offre anche funzionalità di sicurezza e filtraggio del contenuto, rendendolo un’opzione popolare per le famiglie e le imprese. Anche OpenDNS utilizza la tecnologia anycast per garantire una risposta veloce e affidabile alle richieste DNS.
CloudFlare DNS, conosciuto anche come 1.1.1.1, è l’ultimo arrivato tra questi servizi, lanciato nel 2018. Nonostante la sua relativa giovinezza, CloudFlare DNS ha rapidamente guadagnato popolarità grazie alla sua incredibile velocità. CloudFlare afferma che il loro servizio DNS è il più veloce al mondo, con tempi di risposta medi globali notevolmente inferiori rispetto ad altri fornitori di DNS. Anche CloudFlare utilizza la tecnologia anycast per ottimizzare la velocità e la resilienza del suo servizio.
La tecnologia anycast è una parte fondamentale della velocità e dell’affidabilità di questi servizi DNS. Con anycast, le richieste DNS vengono indirizzate al server più vicino in termini di latenza di rete, piuttosto che in termini di distanza fisica. Questo significa che le richieste DNS vengono generalmente risolte più rapidamente, migliorando la velocità di navigazione per l’utente. Anche la resilienza è migliorata, in quanto se un server dovesse andare offline, le richieste potrebbero essere semplicemente reindirizzate a un altro server nella rete anycast.
Google Public DNS, OpenDNS e CloudFlare DNS sono tutti esempi eccellenti di come un servizio DNS pubblico dovrebbe funzionare, offrendo velocità, affidabilità e funzionalità aggiuntive come la sicurezza e il filtraggio del contenuto. La loro popolarità è una testimonianza della qualità del servizio che offrono.
Come forzare il flush della cache DNS?
Google DNS: Google fornisce un servizio di cache pubblica che può essere flushato inviando una richiesta speciale al loro server. Visita la pagina di Google Public DNS Flush Cache (https://developers.google.com/speed/public-dns/cache) e inserisci il tuo dominio per iniziare il processo.
OpenDNS: OpenDNS consente di effettuare un flush DNS attraverso il loro strumento di refresh cache. Basta andare su https://cachecheck.opendns.com/ e inserire il nome del dominio.
Dopo aver premuto “Check this domain”, vedrai l’opzione “Refresh the cache” che ti permette di avviare il processo di flush DNS.
CloudFlare DNS: CloudFlare, noto anche come 1.1.1.1, offre una funzione simile. Puoi accedere al loro strumento di purge cache attraverso il link https://1.1.1.1/purge-cache/ che si presenta in modo tanto spartano quanto efficiente.
Lo strumento Purge Cache di 1.1.1.1 consente di aggiornare la cache DNS di 1.1.1.1 per i nomi di dominio. Per aggiornare la cache per un nome di dominio, inserisci il nome per il dominio di seguito, scegli il tipo di record DNS e quindi premi Purge Cache.
È importante sottolineare che forzare un flush DNS può accelerare la propagazione dei cambiamenti DNS solo per quei sistemi che hanno la possibilità di essere forzati come quelli sopra elencati. In questo caso la soluzione è una soluzione immediata nel giro di un minuto. La propagazione completa di un cambio DNS a livello mondiale può richiedere invece da qualche ora a qualche giorno, a seconda del TTL impostato e della natura della rete. Il flush della cache DNS può aiutare a ridurre questo tempo, ma non lo elimina del tutto.
Inoltre, il flush della cache DNS non influenzerà la SEO del tuo sito in modo negativo, purché i cambiamenti siano gestiti correttamente. In particolare, i reindirizzamenti 301 devono essere utilizzati con attenzione per garantire che i motori di ricerca capiscano che il tuo sito si è spostato a un nuovo indirizzo. In questo modo, il tuo sito manterrà la sua posizione nei risultati di ricerca e continuerà a ricevere traffico.
La gestione delle impostazioni DNS è una parte fondamentale della manutenzione di un sito web, e comprendere come accelerare la propagazione dei DNS può fare la differenza in situazioni critiche. Ricorda che, mentre il flush DNS può aiutare a ridurre i tempi di attesa, la pianificazione e la gestione corretta delle impostazioni DNS sono i migliori strumenti per garantire che il tuo sito rimanga accessibile e visibile, indipendentemente dalle circostanze.