Per chi non ci conosce ancora, siamo Managed Server S.r.l., un’azienda specializzata in hosting, sistemistica e servizi informatici, e abbiamo riscontrato un problema piuttosto grave e serio con uno dei nostri “concorrenti” VHosting Solution S.r.l.
Da un po’ di tempo, infatti, abbiamo notato che tutte le e-mail che inviamo dal nostro dominio (@managedserver.it) agli indirizzi che risiedono sui mail server di VHosting sembrano sparire nel nulla, come se fossero bloccate come spam.
Controllando le risposte automatiche (come quella sopra proposta) a seguito dell’invio ci siamo accorti infatti che effettivamente le mail inviate tornano indietro etichettate come SPAM.
Sarebbe utile sottolineare che, in circostanze normali, quando un messaggio di posta elettronica viene respinto a causa di presunte attività di spam, la risposta generata automaticamente solitamente indica quale lista di spam è stata usata per determinare il mancato recapito. Questo consente al mittente di comprendere meglio la situazione e di intraprendere eventuali azioni di delisting, ovvero di rimozione dalla lista nera. Tuttavia, nel nostro caso, ciò non è avvenuto, rendendo ancora più difficile capire la causa esatta del blocco e risolvere il problema.
Abbiamo condotto una serie di test per capire cosa stesse succedendo e, purtroppo, abbiamo confermato i nostri sospetti: le nostre e-mail vengono bloccate da VHosting. Questo problema è iniziato almeno dal 31 marzo, quando abbiamo notato per la prima volta l’anomalia.
Ciò che ci preoccupa è che questo blocco non sembra essere automatico o basato su liste di spam internazionali, ma piuttosto una scelta deliberata di VHosting. In altre parole, sembra che stiano cercando di impedire ai loro clienti di ricevere le nostre comunicazioni, limitando in questo modo la nostra possibilità di competere sul mercato.
Vogliamo sottolineare che ci siamo sempre comportati in modo responsabile e rispettoso delle normative anti-spam. Non siamo stati mai inseriti in nessuna blacklist da parte dei principali fornitori di servizi di posta elettronica come Gmail, Outlook, Hotmail, Yahoo, libero.it, email.it.
Abbiamo utilizzato tutte le attuali accortezze e best practices, come ad esempio l’utilizzo dei record SPF, l’utilizzo dei record DKIM e dei record DMARC, al fine di essere spam free compliant e facilitare pertanto il trust dei nostri sistemi mail verso quelli dei destinatari.
Proprio perciò non siamo in alcuna Black List di spam, come possiamo facilmente provare dai seguenti test.
Abbiamo cercato di affrontare il problema direttamente con VHosting, chiedendo tramite messaggio con valore legale (PEC) spiegazioni e la rimozione del blocco, ma purtroppo senza successo. Non hanno risposto alle nostre richieste via mail, via PEC, né tantomeno su WhatsApp ed il blocco è ancora attivo.
Riteniamo che le azioni di VHosting siano delle gravissime violazioni della corrispondenza, nonchè delle norme sul libero mercato e della concorrenza. In particolare, ci riferiamo all’Articolo 101 del Trattato sul Funzionamento dell’Unione Europea (TFUE), che proibisce gli accordi tra imprese che limitano o falsano la concorrenza all’interno del mercato interno.
Inoltre, il Codice dell’informazione e della comunicazione digitale (Decreto Legislativo n. 70/2003) prevede che la comunicazione via posta elettronica debba avvenire liberamente e senza restrizioni, a meno che non si tratti di messaggi di spamming o di contenuti illegali.
È lapalissiano che VHosting si stia volutamente aggrappando alla scusa dello spamming al fine di non recapitare le nostre missive, ricordando comunque pacificamente, che qualsiasi azienda e dominio possa incappare in falsi positivi, ma a prescindere il BAN ha un tempo limitato a qualche settimana e soprattutto si mettono a disposizione procedure di rimozione e delisting.
Anche qualora la spiegazione possa essere diversa da quella sopra indicata, VHosting S.r.l. si è rifiutata di fornire una spiegazione plausibile alla problematica indicata, ed a distanza di oltre un mese non sembrano intenzionati a dare una loro versione dei fatti, nonostante siano stati accusati da noi esplicitamente di comportamenti illegittimi ed anticoncorrenziali.
Appare dunque voluto, che le cose rimangono così come sono, dato che Vhosting non solo non mette a disposizione una procedura per il delisting, ma soprattutto ignora completamente le comunicazioni a valore legale inviate via PEC.
Per tutti questi motivi, abbiamo deciso di segnalare la questione all’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato (AGCM), chiedendo un intervento per valutare l’operato di VHosting e richiedendo la rimozione immediata del blocco o del filtraggio sul nostro dominio @managedserver.it.
Non dimentichiamo che si tratta di una questione di Net Neutrality, un principio fondamentale che sancisce che tutti i dati su Internet dovrebbero essere trattati in modo uguale, senza discriminazioni o preferenze. Questo principio è essenziale per mantenere Internet aperto e libero (fonte: Net Neutrality EU).
È importante far notare che il nostro volume di e-mail in uscita è inferiore alle 20 al giorno e sono quasi totalmente utilizzate per rapporti professionali e assistenza con i nostri attuali clienti di cui solo una minima parte utilizzanti i servizi VHosting. Non utilizziamo nemmeno servizi di Newsletter per promuovere i nostri servizi, né iniziative di mass mailing o mail bombing.
Nonostante tutto, VHosting Solution S.r.l. continua a mantenere il blocco sulle nostre comunicazioni, provocando disagi ai nostri clienti e ostacolando la nostra attività. Non possiamo rispondere ai clienti che ci contattano per richieste di assistenza, rimozione malware, ottimizzazione delle prestazioni e altre necessità tecniche, perché le nostre risposte a loro non arrivano.
A tal proposito, qualora stiate cercando di contattarci da una casella mail registrata con loro, vi invitiamo a contattarci con un indirizzo alternativo (vedi gmail.com ad esempio) o preferibilmente per via telefonica, in modo da bypassare le azioni di filtraggio arbitrario messe in atto dalla VHosting S.r.l.
Ci rendiamo disponibili a pubblicare eventuali repliche da parte loro, concedendo il diritto di replica qualora sia fondato e appoggiato da evidenze tecniche.