11 Marzo 2025

Servizi di assistenza WordPress online? Attenzione agli improvvisati ed ai reseller

Attenzione agli improvvisati del web: si spacciano per esperti WordPress, ma tra plugin installati a caso e server mal configurati, il rischio di disastri è altissimo.

Assistenza-WordPress-Economica

Negli ultimi mesi, il panorama dei servizi di assistenza WordPress è stato invaso da una moltitudine di operatori improvvisati che si propongono come esperti in hosting, sviluppo e sistemistica, senza possedere le competenze tecniche necessarie. Questo fenomeno ha portato a numerosi problemi per i proprietari di siti WordPress, che si sono ritrovati con siti web instabili, compromessi nella sicurezza e mal gestiti.

Uno dei problemi principali riguarda il modo in cui questi servizi vengono venduti: prezzi spesso elevati per un’assistenza di scarsa qualità, con promesse di aggiornamenti e ottimizzazioni illimitate che si rivelano insostenibili nel lungo periodo. La mancanza di trasparenza e competenze porta spesso a interventi improvvisati che peggiorano le prestazioni del sito invece di migliorarle.

Molti di questi pseudo-professionisti, infatti, si limitano a installare plugin senza comprendere il loro funzionamento o la loro compatibilità con l’infrastruttura del sito. Ancora più preoccupante è la pratica diffusa di subappaltare il lavoro a sviluppatori di terze parti senza alcuna supervisione diretta, creando una catena di inefficienze e disservizi che rischia di compromettere seriamente il sito del cliente.

Le domande da porre per evitare brutte sorprese

Per evitare di incappare in questi problemi, è fondamentale porre delle domande mirate prima di affidare il proprio sito a un fornitore di assistenza WordPress. Bisogna conoscere a fondo chi c’è dall’altra parte, ben consci che un ottimo commerciale sarebbe in grado di convincere della bontà dei suoi servizi anche il più scettico degli scettici, soprattutto un non tecnico che spesso si lascia abbindolare, da modi affabili e gentili, savor fair ed un tocco di eleganza nel vestire o dell’ufficio mostrato in una call su Google Meet o Zoom.

Di seguito, dunque, un elenco di quesiti fondamentali che aiuteranno a individuare le reali competenze del vostro interlocutore.

1. Lei è uno sviluppatore PHP o installa solo plugin?

Un vero sviluppatore PHP è in grado di analizzare, modificare e ottimizzare il codice del sito in base alle esigenze specifiche del cliente. L’installazione di plugin, senza una conoscenza approfondita del linguaggio PHP e delle API di WordPress, può portare a problemi di incompatibilità e rallentamenti. Se il vostro interlocutore si limita a suggerire l’uso di plugin senza saperli modificare o adattare, è un chiaro segnale di incompetenza.

Un professionista esperto, invece, conosce il funzionamento interno di WordPress e può sviluppare soluzioni personalizzate, evitando il sovraccarico di plugin inutili che appesantiscono il sito e lo rendono meno sicuro.

2. Ha molta familiarità con il CODEX di WordPress?

Il CODEX è la documentazione ufficiale di WordPress e rappresenta una risorsa essenziale per chi lavora con questa piattaforma. Se il fornitore di assistenza non lo conosce o non è in grado di citarne le sezioni rilevanti, significa che probabilmente non ha una preparazione adeguata.

Il CODEX fornisce informazioni dettagliate sulle funzioni native di WordPress, le best practice di sviluppo e le linee guida per la sicurezza. Un vero esperto consulta il CODEX regolarmente e lo utilizza come riferimento per lo sviluppo di soluzioni efficaci e scalabili.

3. Ha familiarità con il linguaggio SQL e le basi di dati?

Il database è il cuore di un sito WordPress e una sua gestione errata può causare rallentamenti, errori di connessione e perdita di dati. Se il vostro interlocutore non sa eseguire query SQL, ottimizzare tabelle o risolvere problemi legati al database, è probabile che non sia in grado di fornire un’assistenza tecnica adeguata.

Un professionista con competenze avanzate in SQL può migliorare le performance del sito, implementare strategie di caching del database e garantire una maggiore sicurezza delle informazioni archiviate. Inoltre, è in grado di diagnosticare e correggere problemi legati alla corruzione del database o a query inefficienti.

4. Esegue direttamente il lavoro o subappalta alcune lavorazioni? Se sì, quali?

Un fornitore di assistenza WordPress dovrebbe essere trasparente riguardo alla gestione del lavoro. Se subappalta determinate lavorazioni, è importante sapere a chi, perchè, ed in che misura. La mancanza di trasparenza in questo ambito può portare a ritardi, errori e una generale perdita di controllo sulla qualità del servizio.

Chiedete sempre chi eseguirà effettivamente gli interventi sul vostro sito e, se possibile, richiedete referenze o esempi di lavori precedenti per valutare l’affidabilità del fornitore e di tutte le figure coinvolte.

5. Ha mai sviluppato un plugin custom? Che tipo di plugin?

Lo sviluppo di un plugin personalizzato è un ottimo indicatore delle competenze di un fornitore. Se il vostro interlocutore non ha mai sviluppato un plugin da zero, è probabile che non abbia una conoscenza approfondita dell’ecosistema WordPress.

Un professionista esperto è in grado di creare plugin su misura, ottimizzati per le specifiche esigenze del sito e privi di codice superfluo che potrebbe rallentare le prestazioni.

Domande specifiche per chi offre Hosting WordPress

Sempre più frequentemente, con la diffusione di pannelli di controllo come Plesk o cPanel e l’adozione di web server alternativi ad Apache, come LiteSpeed, si assiste a un proliferare di improvvisati – spesso freelance che non avrebbero le competenze per essere assunti in un’azienda strutturata – i quali si propongono come esperti di hosting e sistemistica. Tuttavia, gestire un’infrastruttura hosting in modo professionale è una delle attività più complesse e tecnicamente impegnative. Non basta saper utilizzare un’interfaccia grafica: per offrire un servizio di qualità è necessario conoscere a fondo le tecnologie, e queste non sono affatto banali. La configurazione ottimale di NGINX, la personalizzazione di Varnish con un VCL su misura, la gestione performante di MySQL, Percona Server o MariaDB, e l’implementazione di un filesystem avanzato con funzionalità di snapshotting come OpenZFS richiedono esperienza, competenze consolidate e casi di studio reali. Senza queste conoscenze, il rischio è di offrire soluzioni improvvisate che si traducono in siti instabili, lenti e vulnerabili.

Ecco pertanto alcune delle domande che potreste fare per capire chi avete dall’altra parte, se un esperto sistemista, o uno scappato di casa.

6. Utilizza uno stack server ad-hoc o pannelli di controllo come Plesk o cPanel?

Un hosting WordPress ottimizzato richiede una configurazione specifica e altamente performante, in grado di garantire velocità, stabilità e sicurezza a lungo termine. Un provider che si limita ad affidarsi esclusivamente a pannelli di controllo come Plesk o cPanel, senza intervenire sulla configurazione del server in modo personalizzato, probabilmente non possiede competenze avanzate in ambito sistemistico. Questi strumenti, sebbene comodi e diffusi, offrono soluzioni generiche che spesso non sono ottimizzate per un’installazione WordPress ad alte prestazioni, limitando le possibilità di tuning avanzato e gestione fine delle risorse server. Inoltre, se il provider menziona Apache come web server principale invece di NGINX, è un chiaro segnale che non sta utilizzando le tecnologie più performanti per WordPress. Apache, pur essendo uno dei server web più longevi e diffusi, presenta limitazioni evidenti nella gestione delle connessioni simultanee e dell’uso della memoria, risultando meno efficiente rispetto a NGINX, che invece è progettato per gestire un alto numero di richieste concorrenti con un minore consumo di risorse.

Un provider realmente competente non si limita a installare un server web preconfigurato, ma struttura un’infrastruttura ad hoc, ottimizzando la gestione della cache, le connessioni persistenti al database, il load balancing e l’integrazione con sistemi avanzati come Varnish, Redis o Memcached. Inoltre, un’attenzione particolare deve essere dedicata alla sicurezza, con configurazioni avanzate di firewall applicativi (WAF), mitigazione DDoS e strategie di backup sicure e performanti.

Se un fornitore non è in grado di spiegare in dettaglio come è strutturato il suo stack server e si limita a dire che “usa cPanel o Plesk” senza menzionare un’ottimizzazione specifica, è un chiaro segnale di superficialità tecnica. Affidare il proprio sito a un’infrastruttura non ottimizzata significa esporsi a problemi di prestazioni, downtime imprevisti e vulnerabilità di sicurezza che potrebbero costare molto caro nel lungo periodo.

7. Sa implementare e configurare Varnish ed un relativo VCL ottimizzato?

Varnish è uno degli strumenti più potenti per migliorare le performance di WordPress, permettendo di gestire in modo intelligente la cache HTTP e di servire le pagine in modo estremamente veloce senza sovraccaricare il server. Tuttavia, per ottenere il massimo da questa tecnologia, non basta installarlo: è fondamentale configurarlo correttamente con un VCL (Varnish Configuration Language) personalizzato, adattato alle specifiche esigenze del sito e della sua infrastruttura. Un sistemista esperto sa come ottimizzare il comportamento della cache, evitando problemi di compatibilità con WordPress, gestendo le regole di esclusione per gli utenti autenticati e migliorando le strategie di invalidazione per garantire sempre contenuti aggiornati senza sacrificare la velocità.

Se il vostro interlocutore non utilizza Varnish o non sa scrivere un VCL personalizzato, è un segnale preoccupante. Affidarsi a configurazioni predefinite o a plugin generici di caching non è sufficiente per ottenere prestazioni elevate su un sito ad alto traffico. Un hosting o un sistemista che non menziona Varnish come parte integrante della sua infrastruttura sta probabilmente offrendo una soluzione meno ottimizzata, con tempi di caricamento più lunghi e una gestione inefficiente delle risorse del server. In questi casi, è meglio cercare altrove e affidarsi a chi possiede una conoscenza approfondita dell’ottimizzazione della cache e della gestione avanzata delle richieste HTTP.

8. Che tecnologie utilizza per effettuare backup remoti?

Un backup efficace non si limita a semplici copie dei file con rsync o a esportazioni del database con mysqldump, strumenti basilari che, seppur utili in determinati contesti, non garantiscono un ripristino rapido e sicuro in caso di emergenza. Un fornitore affidabile deve implementare strategie di backup avanzate che assicurino consistenza, integrità e rapidità di ripristino, evitando interruzioni prolungate del servizio.

Tecnologie come Mariabackup e Percona Xtrabackup sono essenziali per eseguire backup incrementali senza bloccare le operazioni del database, riducendo i tempi di downtime e permettendo un ripristino rapido anche su volumi di dati molto elevati. Inoltre, l’utilizzo di un filesystem avanzato come ZFS, con funzionalità di snapshot e deduplicazione, consente di creare copie istantanee dei dati senza impattare le performance del server, migliorando la sicurezza e la resilienza dell’infrastruttura.

Se un fornitore si limita a menzionare rsync e mysqldump senza proporre soluzioni più sofisticate, è probabile che non disponga di un’infrastruttura di backup adeguata. Questo potrebbe tradursi in una perdita di dati irreversibile o in tempi di ripristino inaccettabilmente lunghi in caso di guasto. Assicuratevi sempre che la strategia di backup adottata includa soluzioni moderne, test regolari di ripristino e sistemi di archiviazione su storage distribuiti o remoti, per garantire la massima protezione e affidabilità.

9. Quanti server gestisce?

Se il provider gestisce meno di un centinaio di server, potrebbe essere un segnale che si tratta di una realtà troppo piccola per garantire un servizio affidabile e scalabile. La gestione di un’infrastruttura di hosting richiede competenze avanzate, esperienza operativa e una capacità di problem-solving maturata su ambienti complessi. Un numero esiguo di server potrebbe indicare che il provider ha risorse limitate, un team ristretto o una scarsa esperienza nella gestione di scenari ad alto traffico e alta disponibilità.

Un’infrastruttura affidabile deve essere ridondata, monitorata 24/7 e distribuita su più data center per evitare single points of failure. Inoltre, la gestione di un numero elevato di server indica che il provider ha esperienza con scalabilità, load balancing, disaster recovery e sicurezza avanzata. Un piccolo provider potrebbe non essere in grado di offrire un servizio stabile nel lungo periodo, lasciando i propri clienti esposti a rischi come downtime prolungati, mancanza di aggiornamenti critici e supporto tecnico inadeguato.

Prima di scegliere un fornitore, è importante verificare l’entità dell’infrastruttura che gestisce, il livello di automazione implementato e la qualità dei suoi data center. Se un provider non è trasparente su questi aspetti o non può dimostrare di avere esperienza nella gestione di server su larga scala, è meglio valutare alternative più solide e strutturate.

10. Voglio fare dei backup ogni 15 minuti, che tecnologia consigliate ?

La risposta può essere solo una: Snapshot ZFS nella variante OpenZFS, abbinata a ZFS Send e ZFS Receive remoto per garantire un backup istantaneo, efficiente e privo di downtime. Questa combinazione consente di creare snapshot in tempo reale senza impattare le performance del sistema, con la possibilità di replicarle su server remoti per garantire ridondanza, disaster recovery e una protezione avanzata dei dati.

Se il vostro interlocutore inizia a tergiversare, minimizzando l’importanza di questa soluzione o suggerendo alternative più rudimentali, come backup effettuati una volta all’ora o addirittura una volta al giorno, potrebbe anche avere ragione per alcuni scenari, ma il vero problema è un altro: se cerca di evitare l’argomento perché non sa gestire ZFS o lo considera eccessivo, è un chiaro segnale che non è un esperto sistemista.

Un professionista in ambito sistemistico sa bene che la sicurezza dei dati non è mai eccessiva, e una soluzione come ZFS con snapshot frequenti e repliche automatiche su server remoti è lo standard per chi gestisce infrastrutture mission-critical. Un interlocutore che si sottrae a questa discussione o propone soluzioni di backup più superficiali dimostra una scarsa esperienza nel settore e potrebbe esporvi a rischi evitabili come perdita di dati, tempi di ripristino inaccettabilmente lunghi e vulnerabilità nella gestione delle istantanee di sistema.

Conclusione

Oltre a un buon colloquio conoscitivo, è fondamentale valutare altri indicatori di competenza per comprendere la reale preparazione del fornitore. Tra questi, il portfolio clienti è un primo elemento chiave: un professionista o un’azienda con esperienza avrà casi studio documentabili, referenze di clienti soddisfatti e progetti dimostrabili che possano attestare la qualità del suo lavoro. Inoltre, una due diligence sulla società, ovvero un’analisi della sua solidità finanziaria, della struttura del team e delle esperienze pregresse, può aiutare a distinguere chi opera seriamente da chi improvvisa. Anche la forma giuridica è un indicatore interessante: un’attività strutturata come una società di capitali offre generalmente più garanzie rispetto a un singolo freelance o a una realtà senza identità ben definita.

Non è necessario trovare un fornitore che sappia fare tutto all’interno di un ecosistema vasto e complesso come WordPress. Nessun professionista può essere contemporaneamente esperto di sviluppo, sistemistica avanzata, hosting, sicurezza, ottimizzazione delle performance e marketing digitale. Ciò che conta davvero è scegliere un partner trasparente e affidabile, che sappia comunicare in modo chiaro i propri ambiti di competenza e che non abbia alcun problema ad ammettere quando un determinato compito richiede l’intervento di una figura specializzata all’interno del team. Un fornitore serio non cercherà mai di mascherare i propri limiti, ma saprà indicarvi la migliore soluzione possibile, anche se ciò significa coinvolgere altri professionisti.

Quando vi trovate di fronte a qualcuno che afferma di poter fare tutto senza esitazione, prendetela come una red flag. Provate a testarlo ponendo una domanda tecnica molto specifica o volutamente complessa, magari su un argomento di nicchia. Se la risposta è un generico “Nessun problema, possiamo fare tutto”, senza alcuna spiegazione concreta o senza approfondire il vostro caso specifico, è il chiaro segnale di un atteggiamento superficiale. In questi casi, scappate a gambe levate, perché è molto probabile che vi ritroviate nelle mani di un improvvisato o di un venditore di fumo.

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