4 Luglio 2023

Come Rocky Linux sopravviverà alla scelta di Red Hat sulla pubblicazione dei sorgenti di RHEL

Rocky Linux affronta le nuove sfide dopo la chiusura dei sorgenti voluta da Red Hat: tra strategie di adattamento e futuro automatizzato

Rocky Linux

In risposta alla recente decisione di Red Hat di cessare la pubblicazione dei sorgenti dei pacchetti RHEL su git.centos.org, una mossa che ha suscitato notevole sconcerto all’interno della community di sviluppatori, Rocky Linux ha delineato un approccio strategico per garantire la sua sopravvivenza. Rocky Linux, distribuzione nata dalle ceneri di CentOS Linux a seguito della sua “chiusura”, si inserisce nel dibattito già infervorato con protagonista un altro principale interessato, AlmaLinux.

Nel blog post intitolato “Brave New World: The Path Forward for Rocky Linux“, si discute dei metodi strategici adottati dalla distribuzione derivata di RHEL per assicurare la sua continuità. Si sottolineano i tenaci sforzi del team per affrontare l’attuale scenario, riuscendo a comporre aggiornamenti sia per Rocky Linux 8 e 9, che comprendono tutti gli aggiornamenti precedentemente mancanti. Questi ultimi hanno dato un indizio che qualcosa non stava andando come previsto nel consolidato sistema di build, poiché i pacchetti SRPM non erano più disponibili su git.centos.org.

Tuttavia, quanto meno per ora, coloro che utilizzano Rocky Linux, la semplice digitazione di yum -y update continua a fornire l’aggiornamento della distribuzione in modo sincronizzato 1:1 con RHEL.

Bisogna notare che la maggior parte di queste attività di allineamento iniziale sono state eseguite manualmente. Pertanto, diventa fondamentale per il progetto Rocky implementare un processo che permetta di fornire aggiornamenti in maniera costante e automatica. La risposta a questa esigenza sembra risiedere nel sistema di compilazione di Peridot, che Rocky Linux utilizzava già per gestire importazioni addizionali e automatizzarle. A questo proposito, il team di Rocky Linux sta lavorando a un sistema per pubblicare gli SRPM utilizzati, le patch applicate, i checksum applicabili, ecc.

Come menzionato nel post, vi sono margini significativi per ulteriori miglioramenti, dato che l’approccio attuale è più manuale rispetto ai processi precedenti. Tuttavia, e questo è l’aspetto cruciale, rispetta pienamente gli accordi di licenza.

È fondamentale ricordare che la sfida più significativa che le distribuzioni derivate come Rocky Linux devono affrontare riguarda l’accessibilità dei sorgenti. Recentemente, Red Hat ha preso la decisione di rendere disponibili questi sorgenti esclusivamente ai propri clienti che hanno sottoscritto un piano a pagamento. Questo rappresenta una restrizione sostanziale, poiché limita l’utilizzo di tali sorgenti principalmente alla ricompilazione autonoma di RHEL, escludendo di fatto altre possibili applicazioni.

Questo cambio di paradigma ha imposto alle distribuzioni derivate, come Rocky Linux, di adottare nuove strategie per far fronte a questa situazione. Un importante sviluppo in questo contesto è rappresentato dall’adozione di processi manuali da parte del team di Rocky Linux. Questa soluzione temporanea, benché possa apparire più ingombrante e meno efficiente dei precedenti processi automatizzati, ha permesso a Rocky Linux di superare questo ostacolo fondamentale.

Il team di Rocky Linux, infatti, ha lavorato incessantemente per adattarsi a queste nuove condizioni, nonostante le sfide che esse comportano. Si prevede che questi processi manuali, che hanno finora consentito alla distribuzione di rimanere al passo con i cambiamenti, vengano in futuro automatizzati. L’obiettivo è quello di combinare l’efficienza e l’efficacia dei processi automatizzati con la flessibilità e l’adattabilità offerte da quelli manuali, garantendo così la continua sopravvivenza e l’evoluzione di Rocky Linux.

Il post termina con un messaggio di speranza: Rocky Linux continua a esistere, una prospettiva che tutti auspicano.

Allo stesso tempo, Oracle Linux, un altro protagonista importante di questa vicenda, non ha ancora dichiarato ufficialmente la sua posizione.

Questa situazione non riguarda solo AlmaLinux e Rocky Linux, ma anche altre distribuzioni come Springdale, con radici che risalgono addirittura a prima di CentOS, che stanno risentendo dell’attuale decisione di Red Hat.

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